Da Ischia sos a Monti: ”ridacci l’inchino” Serve per l’economia dell’isola

6 mag – L'”inchino” delle navi da crociera va ripristinato, ovviamente garantendo la sicurezza, perché fondamentale per l’economia turistica dell’isola di Ischia: in caso contrario ci sarebbero anche ripercussioni sul piano occupazionale. Un appello a favore del passaggio e dell’accosto in sicurezza di navi da crociera e megayacht lungo le coste è stato rivolto al capo del Governo, Mario Monti, da parte del presidente Federalberghi Ischia, Ermando Mennella, e dal presidente dell’Ascom Confcommercio dell’isola, Marco Bottiglieri. “Da alcuni anni l’isola d’Ischia si sta affermando nel mercato crocieristico alla stregua di altre località nazionali ed internazionali – spiegano Mennella e Bottiglieri – tale attività consente in parte di recuperare la costante diminuzione dei flussi turistici, esercitando una sorta di reciproca propaganda sia per le compagnie di navigazione, sia per la nostra località. Nel solo 2011 sono sbarcati ad Ischia 7500 croceristi”.

L’emanazione, dopo la tragedia dell’isola del Giglio, del decreto contenente disposizioni per limitare o vietare il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale “vanifica di fatto tutti gli sforzi operati per rendere appetibile la visita e la sosta per il nostro territorio, troncando completamente tutte le condizioni di lavoro create, comportando la cancellazione di tutti gli accosti programmati per l’anno 2012 e lasciando nel più assoluto sconcerto aziende e lavoratori impegnati in tale attivita“, sottolineano.

“Altro aspetto non secondario – proseguono i presidenti di Federalberghi e dell’Ascom di Ischia – è l’impossibilità per le navi da diporto di attraccare nei porti turistici di Ischia Porto, Casamicciola Terme e Lacco Ameno o di sostare in rada presso le nostre insenature.

Le giuste determinazioni che il Governo ha assunto, dopo i tragici fatti dell’isola del Giglio, non possono né debbono cancellare lo svolgimento di quelle attività legate alla fruizione delle coste e del patrimonio marino. Le norme emanate tagliano inesorabilmente le attività citate con danno irreparabile per le imprese che lavorano in questi settori e con inevitabili riduzioni dell’occupazione“. ansa