10 apr. – I debiti scaduti dello Stato nei confronti delle imprese ammontano a oltre il 4% del Pil pari a quasi 70 miliardi di euro: la denuncia e’ del vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, che in un suo intervento sul Sole 24 ore di oggi ricorda che “nelle ultime settimane si sono moltiplicati casi d’imprenditori che mettono fine alla propria vita perche’ non sono piu’ in grado assicurare l’esistenza alla propria impresa. Anche a causa dei ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione. E’ inaccettabile“.
Secondo il vicepresidente della Commissione Ue, infatti, non ci sono differenze “tra l’obbligo, non solo giuridico ma anche morale, di pagare le tasse e quello della Pubblica amministrazione di onorare puntualmente i propri debiti”. Tajani ricorda ancora che la direttiva Ue sui ritardi di pagamento, approvata un anno fa, prevede pagamenti entro 30 giorni, con limitate eccezione fino a 60, pena interessi di mora dell’8%: la scadenza dell’attuazione per evitare le procedure di infrazione della Commissione e’ fissata al marzo 2013.
“Pagare gli arretrati significa liberare oltre 180 miliardi di crediti verso lo Stato a livello Ue. Di questi, quasi la meta’ nella sola Italia, cui spetta il non invidiabile primato negativo di questo malcostume”. Per ottenere un pagamento dalla Pubbliche amministrazione, ricorda ancora Tajani, “le aziende italiane hanno atteso 180 giorni nel 2011, contro i 128 nel 2009; in Francia si e’ invece scesi da 70 a 64 giorni e in Germania da 40 a 35”. (AGI)