IMOLA, 8 Aprile – A Imola, che conta una popolazione che non arriva ai 70 mila abitanti, nel 2011, quindi in un solo anno, si sono aggiunti altri 6 mila residenti. Di questi, 5 mila sono immigrati. Se andiamo avanti di questo passo, altro che scritte in arabo nelle strutture dell’Ausl…
In Italia si contano nel 2010 oltre 2 milioni di occupati stranieri in Italia (circa il numero dei disocupati italiani) che rappresentano il 9,2% del totale dell’occupazione, mostrando tassi di occupazione più elevati rispetto agli italiani. Parliamo del 63,1% a fronte del 56,3%. Questi dati fanno da contraltare alla disoccupazione reale che ha raggiunto livelli record e penalizza soprattutto giovani e donne. Infatti, secondo l’Istat, nell’ultimo trimestre 2011 il tasso di disoccupazione è balzato al 9,6%, il dato più alto dal 1999, come 12 anni fa.
Ma tornando agli immigrati, nel biennio 2008-2010, l’aumento del numero di occupati stranieri è stato di quasi 330 mila unità, quando per gli italiani si è invece assistito ad una riduzione di 800 mila soggetti.
Apparentemente, l’aumento degli occupati stranieri e il calo degli occupati italiani, sembrerebbe significare che la crisi non abbia toccato gli immigrati.
Ma così non è, perché il mercato del lavoro mostra un’altra faccia della medaglia: la disoccupazione e con lei, la cassa integrazione, ogni tipo di aiuto economico e botte da orbi al nostro welfare.
Nel 2010, si contano nel bel Paese quasi 300 mila disoccupati stranieri che corrispondono al 13% del totale dei disoccupati, con proporzioni più elevate rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri mostrano tassi di disoccupazione più alti: l’11,6% contro l’8,1% degli italiani.
Inoltre, nel biennio preso in considerazione, l’aumento del numero di disoccupati è stato di 110 mila unità. Questo significa che un nuovo disoccupato su 4, creati dalla crisi, è straniero. Se prendiamo in esame i dati riportati dal “Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2011” realizzato dalla Fondazione Leone Moressa che corrispondono al biennio 2008-2010 e se teniamo conto che nell’ultimo biennio il trend è in vertiginoso aumento, in più si è aggiunta l’insostenibile riforma del lavoro la quale, creerà più licenziamenti che assunzioni.
Io credo che sia arrivato il momento di guardarci in faccia e chiederci: Cosa vogliamo fare?