Attratti da falsa notizia di sanatoria centinaia di immigrati sono tornati dalla Francia

7 apr – E’ emergenza tunisini al Cie di Ponte Galeria. Attratti dalla falsa notizia di una imminente sanatoria in Italia per l’ottenimento del permesso di soggiorno, in centinaia sono tornati nel nostro Paese dalla Francia che, ora, impedisce loro il rientro.

Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui ”queste persone vivono, ora, una situazione paradossale dal momento che sono state truffate da chi ha fatto loro intendere una imminente sanatoria e non possono tornare da parenti ed amici che fino a pochi giorni fa li avevano ospitati in Francia”.

Sono centinaia i tunisini transitati negli ultimi 10 giorni dalla Francia in Italia. La stragrande maggioranza arrivata giunta in Italia, a Lampedusa, durante la ”Primavera araba” del 2011. In quella occasione, visto l’alto numero di ingressi, il governo italiano emano’ un decreto che attribuiva agli immigrati un permesso di soggiorno provvisorio di sei mesi per motivi umanitari.

Approfittando del permesso temporaneo, in molti si erano trasferiti in Francia, per motivi di carattere culturale e linguistico e per la presenza di familiari e conoscenti da tempo residenti in territorio francese.

A quanto appreso dal Garante, nelle scorse settimane una sedicente associazione umanitaria ha sparso fra i tunisini la finta notizia di una sanatoria in Italia legata al rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari vendendo a costoro, a Euro 20,00, anche la ricevuta per la richiesta del nuovo documento di soggiorno. Giunti in Italia spinti dalla speranza, in centinaia hanno sostato per giorni davanti all’Ufficio Immigrazione di Roma, in attesa di vedere invano rinnovato il loro titolo di soggiorno.

”Una situazione difficile quella che si sta vivendo in questi giorni al Cie – ha commentato il Garante Angiolo Marroni – perche’ molte persone allontanate da Ponte Galeria per far spazio ai nuovi arrivati avevano problematiche burocratiche e sanitarie aperte e ancora da chiarire e che adesso dovranno ricominciare nei luoghi dove sono state trasferite”. asca