di Vincenzo Merlo
Le dimissioni di Umberto Bossi determinano un pericoloso arretramento della democrazia italiana. Piu’ di un osservatore politico (quorum ego) ritengono infatti che l’accanimento mediatico-giudiziario contro il leader della Lega Nord non sia altro che il secondo passaggio di una strategia che viene da lontano e che, nel novembre scorso, aveva messo a segno il primo colpo: la defenestrazione del governo Berlusconi (eletto dal popolo) e il contestuale insediamento del governo dei “tecnici” gradito ai poteri forti, alle banche, ai tecnocrati europei, ai sinistri, ai terzopolisti.
Di fatto, il commissariamento del Paese!
L’operazione di “normalizzazione” sembra proseguire ora mettendo a tacere l’unica voce fuori dal coro, quella di Bossi, appunto, che non aveva mancato (fin da novembre) di rimarcare la sua nitida opposizione all’esecutivo guidato da Monti ed alle sue misure depressive. Al cittadino scevro da pregiudizi non può non risultare anomalo il fatto che la Lega sia indagata contemporaneamente da ben tre Procure, senza risparmio di mezzi impiegati, a partire dalle intercettazioni telefoniche ( tale “trattamento di riguardo” era stato riservato, sin qui, solo a Silvio Berlusconi…).
E’ opinione diffusa che se si usassero pari solerzia ed impegno verso tutte le tesorerie delle associazioni non riconosciute (sindacati, partiti ecc), si scoprirebbero probabilmente cose non radicalmente diverse da quelle attribuite al tesoriere della Lega.
Il caso della gestione amministrativa della Margherita “se parlo, salta il centrosinistra” – ha affermato il tesoriere di quel partito, Lusi) ne e’ la riprova più lampante. Ma (chissà come mai?), tre Procure si muovono solo contro la Lega o contro Berlusconi a proposito, avete notato che da quando Silvio non e’ più presidente del consiglio e’ cessato il letamaio che lo colpiva? Evidentemente gli antiberlusconiani e il loro circuito mediatico hanno raggiunto il loro scopo…).
Ora, lo stesso circuito distrugge Bossi, che era l’unica voce fuori dal coro che ci era rimasta: una voce schietta, popolana, anche ruvida se vogliamo, ma capace di denunciare le iniquità del governo dei poteri forti, delle banche e delle tecnocrazie. Governo che, con le sue ricette dettate dalla Bce e dall’U.E., sta riducendo a pezzi il Paese (l’azione anti-Lega maschera inoltre il crollo della la Borsa e il rialzo dello spread). Da oggi il gioco del “risanatore” Monti e dei suoi sodali risulterà più facile, visto che c’e ‘ una voce in meno che disturba. Affonda, Italia!
Vincenzo Merlo
Dalle mie parti, in Umbria, si dice:” il più pulito c’ha la rogna!”
Sta semplicemente emergendo quello che tutto il “popolo” da sempre afferma: la politica è un gioco a chi ruba di più, un mondo in cui chi ne fa parte vive sopra le righe, sopra le nostre spalle. Nè sinistra n’è destra: un circolo ristretto, una massoneria, una mafia, alla quale si accede con manovre illegali e si continua nell’illegalità.