BRUXELLES, 29 MAR – La Commissione europea non puo’ imporre ai singoli Stati membri un limite massimo di quote di emissioni di gas a effetto serra. Lo ha stabilito la Corte europea di giustizia, confermando che l’esecutivo europeo e’ andato al di la’ delle proprie competenze nel 2007, in particolare nei confronti di Polonia ed Estonia.
All’epoca la Commissione europea aveva constatato l’incompatibilita’ dei piani nazionali di assegnazione (Pna) dei due Paesi, con vari criteri della direttiva sullo scambio di quote di emissioni di gas serra, per il periodo 2008-2012.
Bruxelles aveva quindi deciso che la Polonia dovesse ridurre le quantita’ annue di quote di emissione del 26,7% e l’Estonia del 47,8%. A seguito del ricorso dei due Paesi, queste decisioni sono state annullate dal Tribunale Ue nel 2009, perche’ la Commissione aveva oltrepassato i limiti delle proprie competenze.
La Corte europea ha confermato questa linea e ha quindi respinto la richiesta della Commissione Ue di annullare le precedenti sentenze del Tribunale, spiegando che la direttiva non definisce nessun metodo ne’ per l’elaborazione del piano nazionale di assegnazione delle quote (Pna), ne’ per il calcolo della quantita’ totale di quote da assegnare. Prevede invece che siano gli Stati membri a disporre di un certo margine di manovra nella trasposizione della direttiva e delle misure piu’ adatte per arrivare all’obiettivo fissato. L’esecutivo europeo puo’ pero’ rigettare un piano senza indicare le quantita’ massime delle quote, dichiarando che non respingera’ le modifiche apportate al piano se conformi alle sue proposte e raccomandazioni. (ANSA)