Terremerse: “Più la rimescolano e più puzza”, un pasticcio dove il Pd non ne uscirà bene

BOLOGNA 24 Mar – Come riporta Gianluca Rotondi sul Corriere, Terremerse – che vede indagato il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani – è un vero e proprio pasticcio dove cercano di nascondere la polvere sotto il tappeto.

Sul Corriere si legge: Chiamato in causa dalla funzionaria regionale Filomena Terzini
sull’ormai nota relazione inviata in Procura sul caso dei fondi a Terremerse e costata l’iscrizione nel registro degli indagati per falso ideologico al governatore Vasco Errani, l’allora capo di gabinetto di viale Aldo Moro, Bruno Solaroli, già sindaco di Imola, oggi in pensione, prende le distanze dall’ex collega e l’accusa di «superficialità». Per Solaroli, braccio destro di Errani nel 2009, l’alta funzionaria «ha combinato un pasticcio».
Terzini dice d’averle chiesto di sollecitare Imola per avere i documenti per la relazione e di aver appreso da lei che il secondo permesso era una variante del primo. Una
circostanza ritenuta falsa che ha inguaiato Errani.

«Ero il capo di gabinetto e coordinavo i vari direttori. La dottoressa Terzini sapeva che ero stato sindaco di Imola e siccome aveva difficoltà ad avere certi documenti e il tempo stringeva, mi chiese di accelerare le cose. Io sollecitai l’invio dei documenti, non ricordo con chi parlai ma la mia opera si limitò a quello».

L’8 settembre 2011, sentito dalla Finanza, ha detto: «Terzini mi chiese di chiarire col Comune di Imola la valenza dei permessi. Credo mi abbiano detto che il secondo fosse una variante del primo». Poi riferì tutto a Terzini.

«Posso averne parlato con lei in corridoio, ma senza darle certezze
visto che non conoscevo la questione nei dettagli. Erano informazioni
superficiali che riferii a lei in questi termini. Ero il capo di gabinetto di
Errani che aveva commissionato la relazione alla Terzini, mi limitai a fare quella telefonata. Mai dato versioni ufficiali e di merito su varianti e
permessi».
Poi cosa accadde?
«Evidentemente la relazione fu fatta senza la documentazione necessaria. La Terzini può dire quel che vuole, ma resta il dato di un documento incompleto. Non si fa un provvedimento così importante
senza aver verificato tutto. Su una questione così delicata, con l’opposizione sulle barricate, non si doveva essere così leggeri».
Si è chiesto perché la Terzini ha tirato in ballo il suo nome?
«È un vecchio giochino che conosco bene. Si fa fatica a dire “ho sbagliato, è colpa mia”. Il mio mestiere non è quello di interpretare le norme, semmai quello è il suo, di mestiere».
Cosa pensa di questa storia?
«È stato fatto un pasticcio. Mi fido dell’interpretazione del Comune di Imola, mi dispiace solo per il presidente Errani che è persona serissima sul piano etico ed è finito in mezzo a una cosa di cui non ha colpa».

Gianluca Rotondi