ROMA, 24 Mar – Il cuoco di Varese ha deciso per il brodo parlamentare. “Brodo lungo e seguitato”, dicevano le nostre bisnonne, quando i tempi del cucinare erano biblici e l’armeggiare in cucina cominciava alle luci dell’alba.
Travolti dal carciofato “logorio della vita moderna”, siamo passati alla sveltina gastronomica quasi senza soluzione di continuità.
Il precotto, il prelavato, il prêt-à-porter culinario scandisce i nostri tempi quotidiani nell’inseguimento del tempo che non c’è. O che, invece, potrebbe esserci.
Dicevamo del “brodo parlamentare” fatto di lungaggini esasperate, di assalti alle diligenze dei disegni di legge, delle manovrine di corridoio, del “qui lo dico qui lo nego”, delle pipì al momento giusto, neanche i nostri organi escretori fossero regolati da un super-orologio al nanosecondo.
Il favoloso, il mitico, lo storico articolo 18 sta per entrare in parlamento nella foggia che conosciamo e “nessuno, vi giuro, nessuno” sa come ne uscirà.
Una sicura boccata d’aria per Culatello Bersani, novello Bertoldo, cui è stata concessa la lunghissima scelta dell’albero dell’impiccagione da trovare mai.
Come la spreaderanno i mercati? Cosa volete ce ne freghi?
La gherminella dello spread doveva servire solo per cacciare il Caimano.
Siamo grandi, siamo forti,/siamo qui per costruire/ il futuro che verrà./Come e quando?/Non si sa./Ciò che conta è far bollire/ quel gran brodo primordiale/che darà la stura al mondo/del gattopardo dall’eterna vita.
guglielmo donnini