Si stava meglio quando si stava peggio

di Vincenzo Merlo

Un vecchio detto sostiene che la buona politica si misura sul “prezzo delle uova”. Se alle uova sostituiamo la benzina, ecco cosa si scopre: quattro mesi fa, con il governo Berlusconi-Bossi (lo rimpiangeranno in tanti!), al mio distributore il gasolio costava 1.48,3 al litro; ora 1.72,4. In questo volgere di tempo, dunque, un pieno costa 9 euro in più: va specificato che 9 di questi 24 centesimi di aumento sono diretta responabilita’ dell’esecutivo dei “tecnici” che, col cosiddetto decreto “salva-Italia”( imposto da quegli euroburocrati, non eletti da nessuno, che sono sideralmente distanti dai popoli europei), sta in realtà affossando il nostro Paese a livelli da baratro greco.

Subita la batosta dell’allungamento della vita lavorativa da 40 a 42 anni di contributi, con la conseguente, sostanziale eliminazione delle pensioni di anzianità, a giugno si scoprira’ poi che la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa (ora denominata Imu) costerà da due a tre volte quella di prima ( tra i piu’ colpiti risulta senz’altro il settore agricolo, penalizzato complessivamente per piu ‘ di un miliardo di euro); tutto ciò senza considerare che le seconde e terze case verranno tassate con incrementi addirittura maggiori.

Ad ottobre aumenterà l’Iva, cosi come sta già aumentando l’insieme della pressione fiscale, che passera’ dal 42.5 del 2011 al 45 del 2012. Nel frattempo, i principali indicatori economici volgono tutti al peggio: il forte decremento della produzione industriale e dei consumi si ripercuote sul prodotto interno lordo, in caduta libera ( dal piu ‘ 0.4 del 2011 si ipotizza un meno 1.5, meno 2 nel 2012); l’inflazione e’ in aumento (il carrello della spesa e’ a piu’ 4.5 sullo scorso anno), la disoccupazione e’ già cresciuta al 9.2 a gennaio rispetto all’8.6 di novembre.

L’impressione e’ che le manovre di Monti, tutte incentrate sui diktat della Banca Centrale Europea e dell’Unione Europea, finiscono piuttosto per deprimere ulteriormente l’economia italiana, peggiorando la nostra qualità della vita, in primis delle fasce piu ‘ deboli. La visione che sottende alle scelte dell’esecutivo dei tecnici e’ improntata da un lato ad un iperliberismo che mal si adatta ad una societa complessa come quella italiana ( la vicenda delle c.d. “liberalizzazioni”, che si tradurra’ in un peggioramento delle condizioni di vita dei piccoli esercenti, ne e’ un emblematico esempio); dall’altro ad una acritica esaltazione dell’euro e dell’eurozona ( incluse le inevitabili cessioni di sovranita all’Europa dei burocrati e delle banche) che in realtà e’ lontanissima dalla realtà.

L’esecutivo Monti, cioe’, scambia la malattia per la medicina, e in questo modo procurerà guasti incalcolabili al nostro Paese. Nessuna manovra porterà a nulla di buono se prima non si esaminano ( e si affrontano) i grandi nodi che attanagliano l’economia globale.

La crisi finanziaria mondiale origina da tre grandi questioni, drammaticamente irrisolte:

  • la concorrenza sleale asiatica ( particolarmente cinese) che, sfruttando i propri lavoratori, abbassa i costi dei propri prodotti, spiazzando le imprese occidental;
  • il secondo motivo attiene alle banche che, per inseguire il miraggio di facili guadagni, hanno determinato la bolla dei titoli tossici ( questi sono in circolazione, pare, per 615 trilioni di dollari, vale a dire dieci volte il pil mondiale di un anno!);
  • il terzo motivo sta nella debolezza dell’euro, moneta che non ha alle spalle ne’ una unione politica, ne’ una banca centrale che funga da prestatore di ultima istanza.

Se nessuna di queste cause viene risolta, invano si agitano i governanti europei che, lungi dal guidare i propri popoli, spesso paiono come “ciechi che guidano altri ciechi’.

Vincenzo Merlo