Tehran tace.
Cercando di ascoltare quello che sta accadendo in Iran si viene pervasi da un silenzio assordante.
È come se in un solo momento la propaganda anti americana si sia interrotta così come i proclami sulle nuove scoperte fatte dai ricercatori delle università, senza parlare delle esercitazioni militari ( come ad esempio ” Grande Profeta ” ) che erano in programma per gli scorsi giorni e che sono state se non annullate quantomeno rimandate a data da destinarsi.
Il silenzio è totale, come se dai vertici dello stato, dai vertici strategici dello stato, fosse arrivata un’indicazione chiara e perentoria : nessuna provocazione verbale.
Eppure da venerdì scorso decine di palestinesi sono morti negli scontri con gli israeliani, e l’apparato bellico americano si sta dispiegando minaccioso nei confronti dell’ Iran, le portaerei salpano per il medio oriente i Marines si sono addestrati simulando la geografia dello stretto di Hormuz e le sanzioni Europee ed Americane, quelle vere, si fanno sempre più prossime.
Perchè Tehran tace, perchè non minaccia la distruzione di Israele? Solo perchè la campagna elettorale è finita? O perchè teme di essere vicino ad un attacco da parte delle potenze alleate? Forse nessuna delle due risposte è corretta, o meglio è corretta solo in piccola parte. Dobbiamo considerare che per vari motivi Tehran ha interesse a che si sviluppi un dialogo complesso sulla questione nucleare. Al fine di raggiungere questo obiettivo nessuna provocazione deve essere messa in atto. Il segnale pochi giorni fa è stato dato in maniera inequivocabile dalla Guida Suprema della rivoluzione iraniana il Grande Ayatollah Alì Khamenei che ha lodato pubblicamente il discorso del presidente Obama alla conferenza dell’AIPAC di Washington, definendolo un discorso di un leader che ha una “finestra di possibilità” per risolvere in maniera diplomatica la disputa con l’Iran.
Forse l’analisi della Guida Suprema iraniana è corretta, Obama non vuole la guerra. Ma in questa analisi il Grande Ayatollah omette una caratteristica peculiare della architettura costituzionale americana : il presidente è il capo delle forze armate e ha un grande potere, ma a differenza dell’Iran è il Congresso che dichiara le guerre, non il capo delle forze armate, e il congresso degli Stati Uniti, democratici e repubblicani, bianchi e di colore, latinos e discendenti dei coloni inglesi, con la sola eccezione di alcuni indipendenti in stile Ron Paul, tutto il congresso è per un attacco contro l’Iran.
Le commissioni difesa e sicurezza nazionale, i sottocomitati di sorveglianza e investigazione e il sottocomitato su controspionaggio ed intelligence, premono sul presidente affinché adotti la linea della fermezza ed eventualmente dell’azione di forza, come potete leggere nel documento del congresso degli Stati Uniti a fondo pagina.
L’ Iran in ogni modo sta cercando di prendere tempo e di tornare al tavolo delle trattative, ma l’America sulla spinta del congresso, che sta agendo in modo bipartisan, sta dispiegando gran parte del suo potenziale bellico alla giusta distanza dai bersagli in terra iraniana nel caso in cui la situazione negoziale fallisse, come probabile, per l’ennesima volta.
In questa situazione potremmo assistere, non appena i vertici iraniani si renderanno conto di quanto sia grave la minaccia militare che incombe sul regime, ad una rapida mobilitazione delle forze armate iraniane con massicce esercitazioni aeronavali nell’aerea dello Stretto di Hormuz, minacce nei confronti del naviglio da guerra americano, blocco immediato di tutte le esportazioni di greggio verso i paesi occidentali che ancora si riforniscono dall’ Iran. Riteniamo che una decisione in tal senso da parte dei vertici iraniani possa essere presa anche prima dei primi giorni di aprile quando è previsto il summit sul nucleare nella città turca di Istanbul.
I prossimi giorni e le decisioni che la comunità internazionale prenderà, anche nei confronti del regime siriano, saranno decisive per stabilire se i falchi di Tehran convinceranno la Giuda suprema a mostrare i muscoli.
Nel mese di novembre il congresso degli Stati Uniti, nelle persona del Presidente del comitato per la sicurezza nazionale ha indirizzato al presidente Obama una lettera della quale vi offrimo una traduzione per quanto possibile fedele.
LETTERA A OBAMA
Caro Presidente Obama:
Noi ti scriviamo per cercare una effettiva e forte risposta al complotto iraniano per assassinare su suolo americano l’ambasciatore del regno saudita a Washington, DC.
L’11 di ottobre 2011 un gran Jury ha incriminato due persone per aver complottato l’assassinio dell’ambasciaotre saudita con l’appoggio del governo iraniano. L’Iran avrebbe assoldato un cartello della droga messicano per commettere un omicidio su commissione. Un membro dell IRGC Gholam Shakuri e altri ufficiali del governo iraniano si accordarono con il cartello per la somma di 1,5 milioni di dollari per commettere l’omicidio.
Per esaminare le ramificazioni di questo complotto il comitato per la sicurezza nazionale il sottocomitato su controspionaggio e l’intelligence e il sottocomitato sul controllo investigazione e organizzazione hanno tenuto una riunione congiunta ” operazioni terroristiche iraniane su suolo americano”.
Abbiamo appreso che l’assassinio è stato decretato al più alto vertice del governo iraniano. Inoltre esperti confermano la capacità e l’intento dell’Iran di minacciare la nostra sicurezza nazionale. Basandoci sulle testimonianze raccolte noi crediamo sia necessario mandare un messaggio chiaro all’Iran : gli Stati Unitinon tollereranno tentativi di commettere atti di terrorismo sul proprio suolo nazionale.
Sfortunatamente una miriade di sanzioni internazionali messe in atto dal 1979 hanno fallito nel loro scopo di deterrenza contro l’intransigenza iraniana. L’Iran continua a perseguire in programma militare nucleare illecito e mantiene il suo ruolo di principale sponsor del terrorismo internazionale, utilizzando le IRGC e Hezbollah . L’Iran ora cerca di espandere la propria influenza nell’emisfero occidentale in particolare in Venezuela e negli Stati Uniti.
Dal 2004 l’Iran ha aperto sei ambasciate in America Latina al fine di proiettare la propria potenza diplomatica e aumentare le proprie attività di intelligence nei pressi degli Stati Uniti.
L’ultimo complotto iraniano di usare un cartello della droga messicano per compiere un assassinio a Washintong , che avrebbe inevitabilmente ucciso americani innocenti, indica che i leaders dell’Iran rinvigoriti da quella che percepiscono come una debolezza dell’America, non temano negative conseguenze per per loro sempre più provocatorie azioni.
Noi crediamo che una chiara risposta da parte del governo americano sia necessaria. Per prevenire che l’Iran costruisca un’arma nucleare, e prevenire un ulteriore espansione delle attività terroristiche iraniane, tutte le opzioni devono rimanere sul tavolo – compresa l’opzione militare. Gli Stati Uniti devono usare tutti gli elementi della potenza nazionale contro il nostro nemico strategico, il regime Iraniano.
Ripettisamente noi chiediamo a Lei :
- Rafforzare le sanzioni contro la banca centrale iraniana
- Espellere dal territorio americano le spie iraniane e gli operativi di Hezbollah
- Designare l’ IRGC come un’organizzazione terroristica straniera
- Intraprendere significative “cover action” contro il regime iraniano includendo come bersagli installazioni e personale responsabile per le uccisioni di nostre truppe in Irak e Afghanistan
- Condurre operazioni di guerra cibernetica contro il regime iraniano
- Supportare i movimenti di opposizione interni iraniani
Gli Stati Uniti devono fare capire all’Iran che ci saranno serie conseguenze in relazione a complotti terroristici, organizzati da stati, contro il territorio americano. Come nostro comandante in capo, noi saremo pronti a supportare, Lei sig. presidente, nel Congresso. Noi ci attendiamo una Sua ferma risposta ad un pianificato atto di guerra contro la nostra Patria.
Firmato :
- Peter T. King Presidente comitato della sicurezza nazionale
- Michael McCaul Presidente sottocomitato investigazione e controllo
- Patrick Meehan Presidente sottocomitato controspionaggio e intelligence
Se l’Iran assume posizioni dure , in questo momento , mi delude … non credo che lo farà , a meno di una “uscita di senno” … invece mi aspetto un “ammorbidimento possibilista” nell’immediato seguito da un attaccamento alle leggi ed ai diritti sanciti internazionalmente !
Il fatto è che “il limite” per l’Iran non viene dagli USA ,ma da Israele .. il massimo a cui possono mirare è quello di provocare un attacco Israeliano disgiunto da quello americano per metterne in crisi i rapporti e contemporaneamente cercare di mettere in crisi anche l’Europa ,chiudendo le forniture di petrolio!