Conti correnti gratis a pensionati? No, perché danneggiano le banche

15 marzo – Giallo nel governo sui Conti Correnti gratis ai pensionati con trattamenti pensionistici fino a 1.500 euro. Polillo: misura verra’ cambiata, ma viene smentito da De Vincenti.

Il governo interverrà, con un successivo provvedimento, sulla misura del dl liberalizzazioni che prevede la gratuità dei conti correnti per i pensionati che percepiscono fino a 1.500 euro al mese. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo alla Camera sottolineando come la misura sia un danno per le banche.

Il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo sottolinea come le misure sui conti correnti gratis per i soggetti titolari di trattamenti pensionistici fino a 1.500 euro, “comportando un notevole danno per le banche, potrebbero causare un’ulteriore stretta creditizia che si riverbererebbe inevitabilmente sulle imprese e le famiglie“.

Inoltre, rileva “come la disposizione sulla riduzione delle commissioni interbancarie si risolverebbe in una riduzione dei ricavi per le banche con effetti indiretti anche sul gettito fiscale”. Sempre secondo quanto riferito dai bollettini, Polillo segnala come la commissione Bilancio del Senato abbia ritenuto di dare nulla osta sul punto per la mancanza di effetti diretti sulla finanza pubblica, malgrado la contrarietà del Governo” e fa dunque “presente che il Governo si riserva di intervenire in merito, presumibilmente con un successivo provvedimento, data la difficoltà di introdurre modifiche a quello in esame”.

Polillo, come si legge nel bollettino delle commissioni parlamentari, ricorda come “siano state introdotte nel corso dell’esame presso il Senato con il parere contrario del Governo e rileva come tale contrarietà fosse dovuta, più che a motivazioni di merito, a ragioni di metodo, in quanto, a suo avviso, sarebbe stata preferibile la convocazione di un tavolo tecnico tra i soggetti interessati, piuttosto che intervenire con legge”. Il Sottosegretario “osserva peraltro come la disposizione porrebbe anche problemi di natura applicativa, non essendo espressamente prevista l’esclusione dei soggetti che percepiscono altri redditi tali da fare superare, magari largamente, la soglia dei 1.500 euro mensili”. ansa