10 marzo – In Olanda, Paese dove l’eutanasia è legale dal 2002 e dove dalla scorsa settimana vi è una clinica che garantisce assistenza a domicilio, si apre un nuovo, controverso, fronte della battaglia per la ‘dolce morte’: il suicidio assistito per anziani che non hanno una malattia terminale, ma considerano che non abbia più senso vivere. L’iniziativa è portata avanti dal gruppo ‘Uit Vrije Wil’, per la libera scelta, che ha inviato una lettera al Parlamento olandese, la cui maggioranza appare contraria alla misura.
Gli animatori della campagna, coordinata da Yvonne van Baarle, da 4 mesi portano avanti un’azione di lobby all’interno del governo olandese affinché si modifichi la legge per l’eutanasia, varata 10 anni fa, in modo da comprendere anche la possibilità di un suicidio assistito per le persone che hanno superato i 70 anni e che non intendano più continuare a vivere.
“In alcune situazioni non si vede la possibilità di andare avanti con una vita che abbia un pieno significato e si sente che invece di vivere si sopravvive”, si legge nella lettera inviata dalla campagna che finora ha ottenuto l’appoggio di personaggi del mondo dello spettacolo olandese, come la conduttrice televisiva Mies Bouwman e l’attore Paul van Vliet, e di politici come Frits Bolkenstein, del partito di destra Vvd che fa parte della coalizione di governo, o Hedy d’Ancona, del partito dell’opposizione Pvda.
Nonostante questo, la maggioranza dei parlamentari appare contraria all’allargamento della legge sull’eutanasia anche al suicidio assistito di over 70. Per il Vvd – che governa con il democristiano Cda, con l’appoggio del partito dell’estrema destra Pvv di Geert Wilders – è proprio il limite d’età la questione più controversa: “Come si fa a decidere che qualcuno di 69 anni debba essere distinto da qualcuno di 70 e più?”, afferma un portavoce del partito. Anche l’Ordine nazionale dei medici ha espresso la sua contrarietà. adnk