Algeria Elezioni; timore effetto domino dei partiti shariatici

TUNISI, 10 MAR – Al di là dei contenuti, già abbastanza accesi con quotidiani colpi di scena, della lunghissima campagna elettorale che il 15 maggio culminerà con il voto per le legislative, in Algeria a dominare la scena politica è la percezione che anche qui l’onda lunga delle vittorie dei partiti confessionali in Tunisia, Egitto e Marocco possa trovare la strada libera. Le elezioni, che il presidente Abdel Aziz Bouteflika ha definito decisive per il futuro del Paese dopo l’apertura ai partiti politici, sembrano giocarsi proprio sul ruolo dei movimenti confessionali, che in Algeria sono ufficialmente cinque e che non vanno completamente d’accordo tra di loro. Tanto che l’Alleanza verde, da poco formata, vede insieme il Movimento della società per la pace, Ennahda ed El Islah, ma non anche altri due partiti vicini alle tematiche dell’islam, il Fronte di liberazione nazionale e il Rassemblement National Democratique.     E se oggi, a poche ore dalla cerimonia che ha sancito l’accordo, l’Alleanza verde si vede già vincitrice delle elezioni, bisogna pensare a cosa sarebbe potuto accadere con una intesa a cinque. Ma l’Alleanza potrebbe non avere vita facile perché gli altri due partiti islamici – con i rispettivi leader, Abdallah Djaballah e Abdelmadjid Menasra, che per la loro storia personale sono pronti a dare battaglia – vogliono contrastarli, a costo di vedere ammainata la bandiera dell’islam sulle elezioni. L’onda verde, partita dalla Tunisia e arrivata in Marocco ed Egitto, potrebbe quindi affermarsi in Algeria, dove l’insofferenza verso il governo e la maggioranza assume ogni giorno l’aspetto di proteste popolari, anche violente e altrettanto violentemente represse, che hanno radici profonde nella ‘hogra’, come viene chiamato il rapporto, sempre in perdita, tra la gente e il potere, in tutte le espressioni in cui esso si manifesta. ‘Hogra’ è il funzionario pubblico che ti rimanda per mesi per un certificato; hogra è il vigile urbano che sequestra la povera mercanzia di un ambulante; ‘hogra’ è il vedersi scavalcato, nell’assegnazione di una casa popolare, pur se si ritiene di averne i titoli; ‘hogra’ è vedere l’opulenza che mettono in mostra coloro che reggono le sorti politiche ed economiche del Paese, mentre la povertà è un cancro non estirpato, nonostante le royalties di petrolio e gas facciano ricca l’Algeria.      Questa rabbia sedimentata è uno degli argomenti che i partiti confessionali hanno deciso di cavalcare e, in fondo, si tratta degli stessi che in Tunisia, Marocco ed Egitto hanno consentito agli islamici di vincere. La sensazione è che la vittoria dei partiti confessionali con la religione poco o nulla ha a che vedere perché, giocando sul sicuro, puntano sulla rabbia delle gente proponendosi come la soluzione, “che è vera e giusta” perché ispirata dall’islam, dal corano e domani forse dalla sharia. (AnsaMed)