MILANO 6 Mar – Se fossero vere le tangenti arrivate alla Lega tramite il collettore Davide Boni, presidente del consiglio regionale lombardo, potrebbe venir giù anche il ciborio.
“Boni, quelli della Lega!” sarebbe il tormentone della campagna elettorale.
Saranno comunque cavoli amari, a meno che la procura non abbia in
mano armi sufficienti per sostenere la tesi delle tangenti riscosse da Boni.
E non sarebbe la prima volta.
La verità emergerà fra qualche anno, come magistratura docet.
Alle amministrative potrebbe essere un bagno di sangue.
Sarebbe come se, dopo anni di “celodurismo”, saltasse fuori qualcuno a dire: “Ho le prove che Bossi e gay”.
guglielmo donnini