Caso Mainetti, i grillini chiedono a Errani di rimuovere Lusenti

BOLOGNA, 4 Mar – “Si può affermare in termini di elevata probabilità che l’effettuazione dei necessari
approfondimenti diagnostici avrebbe permesso un trattamento chirurgico più tempestivo, aumentando, in maniera considerevole, la possibilità di sopravvivenza della signora Mainetti. Tali possibilità di sopravvivenza, pur molto
elevate, non possono tuttavia essere espresse in termini di assoluta certezza”.
E’ quanto si legge nella consulenza medico-legale dei medici Alberto Neri e
Matteo Tudini, incaricati dal pm Rossella Poggioli che indaga sulla morte di
Loredana Mainetti, 59 anni, avvenuta il 25 settembre al reparto di
gastroenterologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dopo un intervento
chirurgico per l’asportazione di un polipo al duodeno fatto il 22. La Mainetti
venne poi sottoposta il 23 ad un intervento di urgenza e morì di setticemia il
25. Sul registro degli indagati vennero iscritti i nomi di 13 medici, compresi
il primario di gastroenterologia D’Imperio e il medico che fece l’intervento
Paola Billi. L’ipotesi è omicidio colposo.
Per i consulenti “il comportamento dei sanitari di gastroenterologia che ebbero in cura la Mainetti dalle 10.30 del 22 alle 3 del 23 non è da ritenersi in linea con quelle che sono le indicazioni della legge dell’arte medica”.
La donna è morta in seguito a “complicanze insorte per la perforazione
duodenale avvenuta dopo l’asportazione endoscopica di un polipo” e
l’esecuzione dell’intervento in endoscopia, per la consulenza, “è
consigliabile solo in Centri ad alta specializzazione, che abbiano conseguito buona esperienza in questo intervento proprio per l’alta possibilità di complicanze”. La dottoressa Billi al momento dell’effettuazione della polipectomia duodenale sarebbe stata, riferiscono i consulenti, “alla prima esperienza in questo distretto”.
In merito a questa vicenda, il Movimento 5 Stelle dell’Emilia Romagna ha
depositato una risoluzione per sospendere il primario D’Imperio e il medico
Billi e chiede al presidente della Regione Errani di rimuovere l’assessore alla
Sanità Lusenti dall’incarico per “incompetenza politica”.

“E così alla fine si scopre che i nostri sospetti erano fondati. Eppure il presidente Vasco Errani non esitò ad invitarci a ‘non tirare fango sulla sanità emiliana’, quando invece le nostre erano accuse circostanziate ad alcuni elementi della dirigenza. Ricevetti anche molte email personali infamanti – ricorda in una nota il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Giovanni
Favia – quando il nostro unico intento era quello di sollevare il tappeto sotto il quale si nascondono i problemi della sanità regionale, e non certo attaccare il personale. Fummo l’unica forza politica a pubblicare la lettera dei sindacati contro la gestione D’Imperio. Ora che la perizia medica ha confermato che Loredana Mainetti poteva essere salvata ‘con elevata probabilità’ ci piacerebbe sapere cos’ha da dirci il presidente. Ormai dall’assessore Carlo Lusenti non ci aspettiamo più nulla: un uomo responsabile si sarebbe già dimesso almeno tre volte, invece lui è ancora lì. Allora chiediamo che lo rimuova Errani. Il problema è che dietro certe scelte ci sono gli appoggi politici.”

“E’ incredibile – prosegue il capogruppo regionale dei grillini Andrea
Defranceschi – ma Lusenti sembra inchiodato a quella poltrona, nonostante le numerose prove della sua incompetenza, dall’amianto alla paziente di Vergato morta in seguito ad un intervento all’anca. Lusenti invece continua a minimizzare tutto, sempre, sistematicamente. La sua commissione d’indagine sul caso Mainetti recitava che ‘non c’è stata incuria’ nel curare la paziente. Ci rendiamo conto? Da settimane e settimane stiamo preparando una risoluzione, protocollata oggi, ricca di dettagli e circostanze per chiedere la sospensione del primario Nicola D’Imperio e della dottoressa Paola Billi, che eseguì l’intervento”.
Nessun tappeto sotto il quale nascondere i problemi della sanità regionale. Il nostro operato è basato sulla trasparenza, anche e soprattutto in occasione di eventi drammatici come il decesso della signora di 59 anni avvenuto nel settembre scorso al Maggiore di Bologna, rispetto al quale abbiamo immediatamente costituito una commissione regionale d’indagine sulla base dei poteri di vigilanza che ci competono. Un’iniziativa che non si sovrappone in alcun modo ai poteri propri della Magistratura, per la verifica del percorso assistenziale, il rispetto delle procedure previste e la loro funzionalità allo scopo di individuare gli eventuali aspetti organizzativi da migliorare”.
L’assessore alle Politiche per la salute della Regione Carlo Lusenti ha
commentato in questo modo la vicenda.
“L’accostamento artificioso di due documenti, la relazione della commissione d’indagine e la relazione sulla perizia del Pubblico ministero, mostra il carattere strumentale delle prese di posizione del Movimento 5 Stelle riportate dalla stampa. Alla commissione regionale – ha detto Lusenti – non spettava in alcun modo l’accertamento di responsabilità personali essendo queste di
esclusiva pertinenza della Magistratura. La perizia depositata, ovviamente, è invece centrata sulla individuazione delle specifiche e personali responsabilità penali”.

“Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione: ascoltato tutti i professionisti coinvolti ed analizzato tutta la documentazione”, ha specificato Eugenio Di Ruscio, coordinatore della Commissione regionale d’indagine (e responsabile del Servizio presidi ospedalieri della Regione). “Da quanto dichiarato dagli stessi professionisti e da quanto è stato possibile dedurre dalla documentazione, abbiamo rilevato che la paziente è stata
assistita assiduamente. Ma – ha proseguito Di Ruscio – come ha dichiarato l’assessore Lusenti quando abbiamo consegnato la relazione conclusiva, ‘il monitoraggio post operatorio non è stato strutturato attraverso una formalizzazione completa delle sue diverse fasi, come dovrebbe essere in una unità operativa che esegue un elevato volume di interventi con tecniche all’avanguardia, con buoni risultati e un basso numero di complicazioni’. Da queste osservazioni sono derivate delle indicazioni di miglioramento dei processi assistenziali post operatori che sono poi state inviate alla direzione generale dell’Azienda Usl di Bologna”.
“La Regione, con i poteri di vigilanza che le sono propri, si occupa di errori e di eventi avversi per individuare i percorsi di miglioramento. Questo abbiamo fatto anche nel caso in questione – ha concluso Lusenti – Ma questo poco ha a che fare con un utilizzo distorto e strumentale del lavoro svolto dalla commissione per criticare la sanità pubblica e delegittimare il lavoro dei professionisti che vi operano, come usa fare il Movimento 5 Stelle”.

da:Reggio24ore

Nella foto: Loredana Mainetti