2 mar. – Primo via libera in Parlamento al decreto liberalizzazioni: il Senato ha votato la fiducia al governo e approvato il provvedimento con 237 si’ e 33 voti contrari. Dalla settimana prossima il testo sara’ all’esame della Camera, che dovra’ licenziarlo entro il 24 marzo.
Pd e Pdl si dicono ‘soddisfatti’ del lavoro svolto a palazzo Madama, il Terzo Polo sottolinea che “si poteva fare di piu'”, ma l’ultima versione del decreto scatena la protesta delle banche: il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, annuncia le dimissioni per protestare contro la norma che cancella le commissioni sugli affidamenti. “E’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, dice il numero uno dell’associazione. E il pressing per cambiare la norma e’ gia’ iniziato: Corrado Passera parla di “disagio” del mondo bancario, aggiungendo che spettera’ a Mario Monti decidere eventuali cambiamenti.
Il sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricala’ lancia invece la palla alle Camere, sottolinea che l’esecutivo non si mettera’ “di traverso” se in Parlamento si trovera’ un’ampia maggioranza favorevole alle modifiche. “Spetta al governo trovare una soluzione, se lo ritiene – replica Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato – io faccio solo presente che in Senato l’esame e’ stato molto approfondito e abbastanza lungo”.
Se le banche protestano, aggiunge il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri, vuol dire che “il Senato ha lavorato con la schiena dritta. Vedremo se saranno necessari interventi – aggiunge – ma le banche prestino buona parte dei 139 miliardi di euro presi ieri dalla Bce a imprese e famiglie che ne hanno bisogno”.
A scatenare la protesta degli Istituti di credito un emendamento al decreto che stabilisce la nullita’ di tutte le clausole “comunque denominate, che prevedono commissioni a favore delle banche a fronte delle concessioni di linee di credito, della loro messa a disposizione del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche nel caso di sconfinamenti, in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido”.
Nella serata di ieri uno dei due relatori, Filippo Bubbico, aveva spiegato che la norma si sarebbe applicata solo alle banche ‘non trasparenti’, spiegando che la modifica sarebbe stata inserita nel maxi emendamento. Ma il testo presentato stamattina dal governo non ha previsto nessun cambiamento, scatenando l’ira dei banchieri e le dimissioni di Mussari. La replica del governo e’ quasi immediata, ma le posizioni di Passera e di Catricala’, che parlano con i giornalisti a palazzo Madama a pochi minuti di distanza subito dopo il via libera dell’aula al decreto, non coincidono.
Il ministro dello Sviluppo sottolinea che le dimissioni dei vertici dell’Abi sono “il segno del grande disagio del settore bancario, che e’ vicino all’economia del Paese”. Ma eventuali modifiche, aggiunge, le puo’ decidere solo Monti. Catricala’ premette che il decreto riguarda molti settori e non si fermera’, ma se “verificheremo che la volonta’ del Parlamento va nel senso di tener conto delle istanze manifestate da Mussari e dall’Abi, il governo non si mettera’ di traverso”. Catricala’ ricorda che c’e’ gia’ alla Camera un emendamento al dl semplificazioni che potrebbe andare in questo senso. Comunque, conclude, deve essere un’iniziativa parlamentare condivisa da tutte le parti politiche che ci sostengono e fortemente sostenuta da un’ampia maggioranza”. agi