1 mar. – Di fronte alle violenze che si stanno generando in Val di Susa “bisogna rilanciare con il presidio del territorio da parte dell’esercito perche’ questa opera va fatta”. Lo ha detto l’esponente leghista Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, commentando gli scontri tra forze dell’ordine e no-Tav. “Sull’ordine pubblico ho una certa esperienza”, ha aggiunto Maroni ricordando il suo recente incarico al Viminale.
“In Val di Susa – ha sottolineato – si risponde alla violenza con la determinazione e l’attivazione di tutti gli strumenti a disposizione. Se si chiude anche solo mezzo occhio su episodi di violenza, non se ne esce piu'”.
Maroni invita, dunque, a riprendere il modello attuato di concerto con il procuratore Giancarlo Caselli: “Con Caselli avevamo fatto insieme un’azione per persuadere i cittadini a non prestarsi a coprire gli autori delle violenze e avevamo predisposto un sistema di presidio e repressione che aveva funzionato.
Ora il governo deve riprendere il controllo della situazione, che si sta un po’ perdendo. Se si prende sottogamba questa situazione e si ha un atteggiamento remissivo – ha avvertito ancora – questi estremisti possono riportare la tensione ai livelli degli inizi: violenza chiama violenza”. agi