1 mar – “Il video che ritrae i prigionieri lealisti chiusi a mani legate in una gabbia dello zoo, costretti a mangiare la bandiera libica e esposti al pubblico ludibrio, è un’immagine aberrante. (Vedi video in fondo all’articolo)
Simbolo e specchio della nuova Libia sanguinaria ed estremista di Mustapha Jalil, che non ha dimenticato le vecchie maniere con i dissidenti. Queste immagini simboleggiano, con grande rammarico, il fallimento di tutti coloro che denunciavano da sempre questo pericolo”. Così in una nota l’On. Souad Sbai (Pdl) commenta il video dei prigionieri libici rinchiusi nella gabbia dello zoo e costretti a mangiare la bandiera.
“La Libia è ormai scomparsa dalle cronache internazionali e, mi pare, anche dall’interesse di tante associazioni per i diritti, in particolare italiane, che solo quando vedono una scena del genere si tracciano le vesti per poi tornare a cuccia per paura del padrone. Il solito buonismo da salotto radical chic, che non si accorge di nulla, perché è al soldo dei potenti. Non era tanto difficile capire – si chiede Sbai – che la Libia è in mano ai tagliateste del nuovo millennio.
Perché chi allora non diede ascolto alle nostre denunce oggi si permette di urlare allo scandalo per queste immagini? Dov’è oggi Al Jazeera, che ieri si affannava a mostrare morti che non c’erano per condannare Gheddafi agli occhi del mondo? Questa è la nuova Libia di Jalil, questa è la Libia della bandiera salafita che campeggia vittoriosa a Bengasi, questa è la Libia della vendetta e dell’odio sanguinario, che una volta portata a termine la pulizia etnica dei dissidenti, volgerà la sua lama verso donne e intellettuali.
A stretto giro di posta – conclude – inoltrerò una denuncia alla Corte Internazionale di Giustizia e provvederò, con altri colleghi del Pdl, ad interrogare il Ministro degli Esteri su cosa accade in Libia, perché lì si consuma, nel silenzio più assordante, un massacro che in queste immagini ha la sua conferma inconfutabile”. agenparl