Cooperazione e solidarietà reciproca dell’Europa o sarà depressione!

La storia si sta ripetendo.
Nel 1931 la Germania era messa su per giù come oggi si trovano la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia. Il suo debito pubblico era enorme a seguito degli esiti nefasti della 1^ guerra mondiale e dei successivi pesantissimi risarcimenti bellici che erano stati imposti dai vincitori del conflitto; l’economia era crollata e la Cancelleria di allora per recuperare denari commise l’errore di aumentare le imposte e i tassi di interessi bancari, di fatto peggiorarono le cose.

La crisi tedesca fu gestita malissimo dalla comunità internazionale dell’epoca.  La storia dimostró infatti che se gli Stati vincitori della Grande guerra avessero avuto una visione piú solidaristica avrebbero chiesto alla Germania indennizzi equi e generosi piuttosto che insostenibili e le cose sarebbero andate diversamente.

Fra tutti gli Stati, per durezza si segnalò la Francia che allora era particolarmente ricca. Di fatto era come la Germania di oggi, visto che aveva una bilancia dei pagamenti in surplus, buoni conti pubblici e notevoli riserve auree.

In Germania nel frattempo, sull’onda della terribile crisi economica, crebbe un odio antieuropeo e un sentimento super nazionalistico, che nell’arco di un paio d’anni fece andare al potere il NazionalSocialismo.

Per uscire dalla depressione la Germania non riconobbe il debito con i paesi esteri, cominciò una politica militare fatta di investimenti nell’industria bellica e aumentò gli organici militari mandando milioni di ragazzi al fronte e  preparando così una nuova guerra (queste ultime due cose di fatto risolsero il problema occupazionale).

L’altro grande stato europeo, l’Inghilterra, prese le distanze dall’Europa e cominciò a relazionarsi economicamente quasi esclusivamente con i Paesi del Commonwealth e con gli USA. Le conseguenze di tutto ciò le patì soprattutto la Francia che, nell’arco di pochi anni perse tutti i crediti vantati dalla Germania, senza contare che la sua economia da ricca si ritrovò in stagnazione.

Dietro a tutti questi problemi ci stavano non incolpevolmente gli Stati Uniti d’America che avevano patito la Grande Crisi del 1929; la quale aveva contagiato il mondo. Perchè all’inizio scrivevo che la storia si ripete ? Perchè la crisi di oggi è simile a quella europea del 1931, la quale a sua volta era figlia della crisi americana del ’29.

Oggi patiamo gli effetti della crisi americana del 2008, dovuta al collasso provocato dai subprime americani, veri e propri titoli “tossici” che hanno infettato i bilanci delle banche di mezza Europa.

Oggi come allora, ci sono stati europei che hanno debiti pubblici assurdi (i Paesi mediterranei, l’Irlanda, la Francia, l’Austria e molti altri) derivanti dalle pessime politiche assistenzialistiche di stampo vetero socialista.  Oggi come allora, l’Inghilterra si é sfilata dall’Europa, ne ha preso le distanze (specie nelle politiche finanziarie e monetarie) e ha riallacciato relazioni forti con gli USA.

Tutti gli effetti che oggi stiamo constatando, si erano già manifestati nel 2008, solo che 4 anni fa le buone iniziative prese sembravano aver risolto il problema; problema che come si vede é tutt’altro che risolto.

Cosa aveva fatto di buono l’Europa nel 2008? Le banche dei Paesi più importanti avevano coordinato azioni comuni e avevano immesso molti denari nelle rispettive economie.

Ma 4 anni fa il problema era solo finanziario, mentre ora si è aggiunto anche il problema dell’insostenibilità dei debiti pubblici europei. L’Europa quindi si trova stretta, da un lato dai paesi “cicala” che devono fare le riforme per cambiare le loro politiche statalistiche e clientelari e dall’altro dai Paesi del Nord Europa che pensano di essere puri e immacolati e che vogliono imporre le loro ricette e i loro tempi.

E’ ovvio che se da un lato gli Stati non riconquisteranno il loro senso del dovere e dall’altro un autentico spirito di cooperazione e di solidarietá, le cose non solo non potranno migliorare, ma saranno destinate a produrre danni epocali. L’unica certezza è che le eventuali guerre che scoppieranno non saranno più di tipo militare ma di 4^ generazione, cioè finanziarie (vedi “Guerre senza limiti di Q. Liang – W. X. Sui).

Dobbiamo assolutamente approfittare di questa attuale tregua internazionale e chi, in questo momento, ha le responsabilità di comando agisca in fretta.

Ricordare la storia fa sempre bene !

On. Alessandro Pagano

La storia si sta ripetendo.

Nel 1931 la Germania era messa su per giù come oggi si trovano la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia.

Il suo debito pubblico era enorme a seguito degli esiti nefasti della 1^ guerra mondiale e dei successivi pesantissimi risarcimenti bellici che erano stati imposti dai vincitori del conflitto; l’economia era crollata e la Cancelleria di allora per recuperare denari commise l’errore di aumentare le imposte e i tassi di interessi bancari, di fatto peggiorarono le cose.

La crisi tedesca fu gestita malissimo dalla comunità internazionale dell’epoca. La storia dimostró infatti che se gli Stati vincitori della Grande guerra avessero avuto una visione piú solidaristica avrebbero chiesto alla Germania indennizzi equi e generosi piuttosto che insostenibili e le cose sarebbero andate diversamente.

Fra tutti gli Stati, per durezza si segnalò la Francia che allora era particolarmente ricca. Di fatto era come la Germania di oggi, visto che aveva una bilancia dei pagamenti in surplus, buoni conti pubblici e notevoli riserve auree.

In Germania nel frattempo, sull’onda della terribile crisi economica, crebbe un odio antieuropeo e un sentimento super nazionalistico, che nell’arco di un paio d’anni fece andare al potere il NazionalSocialismo.

Per uscire dalla depressione la Germania non riconobbe il debito con i paesi esteri, cominciò una politica militare fatta di investimenti nell’industria bellica e aumentò gli organici militari mandando milioni di ragazzi al fronte e preparando così una nuova guerra (queste ultime due cose di fatto risolsero il problema occupazionale).

L’altro grande stato europeo, l’Inghilterra, prese le distanze dall’Europa e cominciò a relazionarsi economicamente quasi esclusivamente con i Paesi del Commonwealth e con gli USA.

Le conseguenze di tutto ciò le patì soprattutto la Francia che, nell’arco di pochi anni perse tutti i crediti vantati dalla Germania, senza contare che la sua economia da ricca si ritrovò in stagnazione.

Dietro a tutti questi problemi ci stavano non incolpevolmente gli Stati Uniti d’America che avevano patito la Grande Crisi del 1929; la quale aveva contagiato il mondo.

Perchè all’inizio scrivevo che la storia si ripete ? Perchè la crisi di oggi è simile a quella europea del 1931, la quale a sua volta era figlia della crisi americana del ’29.

Oggi patiamo gli effetti della crisi americana del 2008, dovuta al collasso provocato dai subprime americani, veri e propri titoli “tossici” che hanno infettato i bilanci delle banche di mezza Europa.

Oggi come allora, ci sono stati europei che hanno debiti pubblici assurdi (i Paesi mediterranei, l’Irlanda, la Francia, l’Austria e molti altri) derivanti dalle pessime politiche assistenzialistiche di stampo vetero socialista.

Oggi come allora, l’Inghilterra si é sfilata dall’Europa, ne ha preso le distanze (specie nelle politiche finanziarie e monetarie) e ha riallacciato relazioni forti con gli USA.

Tutti gli effetti che oggi stiamo constatando, si erano già manifestati nel 2008, solo che 4 anni fa le buone iniziative prese sembravano aver risolto il problema; problema che come si vede é tutt’altro che risolto.

Cosa aveva fatto di buono l’Europa nel 2008?

Le banche dei Paesi più importanti avevano coordinato azioni comuni e avevano immesso molti denari nelle rispettive economie.

Ma 4 anni fa il problema era solo finanziario, mentre ora si è aggiunto anche il problema dell’insostenibilità dei debiti pubblici europei.

L’Europa quindi si trova stretta, da un lato dai paesi “cicala” che devono fare le riforme per cambiare le loro politiche statalistiche e clientelari e dall’altro dai Paesi del Nord Europa che pensano di essere puri e immacolati e che vogliono imporre le loro ricette e i loro tempi.

E’ ovvio che se da un lato gli Stati non riconquisteranno il loro senso del dovere e dall’altro un autentico spirito di cooperazione e di solidarietá, le cose non solo non potranno migliorare, ma saranno destinate a produrre danni epocali. L’unica certezza è che le eventuali guerre che scoppieranno non saranno più di tipo militare ma di 4^ generazione, cioè finanziarie (vedi “Guerre senza limiti di Q. Liang – W. X. Sui).

Dobbiamo assolutamente approfittare di questa attuale tregua internazionale e chi, in questo momento, ha le responsabilità di comando agisca in fretta.

Ricordare la storia fa sempre bene !

Alessandro Pagano