Libia: giallo sulla morte della giornalista che sosteneva Gheddafi

20 febbr – E’ giallo sulla sorte di Hala Misrati, la giornalista libica fedele a Muammar Gheddafi divenuta celebre in tutto il mondo per aver brandito, all’inizio del conflitto, una pistola durante un telegiornale e promesso di lottare a fianco del Colonnello fino alla morte.

Al Arabiya ha riferito che la donna e’ stata trovata morta nella propria cella in una prigione di Tripoli, ma, secondo il sito Algeria Isp, che riporta le dichiarazioni della famiglia di Misrati, la donna e’ viva ma “puo’ rischiare di venire uccisa in qualsiasi momento”.

Gli ex ribelli libici, invece, hanno postato su Youtube un video in cui Misrati afferma di essere viva e in buone condizioni di salute, ma non e’ stato possibile verificare se il filmato sia stato fatto prima o dopo la diffusione della notizia della morte della giornalista.

Nella sua ultima apparizione tv, lo scorso 30 dicembre, era apparsa seduta su una sedia, senza parlare. Misrati sventolava un foglio su cui erano annotati solamente il giorno, il mese, l’anno e riportava segni visibili di percosse sul volto.

Alcuni hanno denunciato che la donna era «incinta dopo essere stata costretta a subire violenza per ben 17 volte». Poi la notizia della sua morte, riportata dalla tv al Arabiya secondo la quale Misrati sarebbe stata ammazzata il 17 febbraio, in occasione del primo anniversario dell’avvio della liberazione.

«Stando alle ultima notizie che abbiamo ricevuto dal medico Yousuf Shakir – scrive il sito Libya S.O.S. che raggruppa varie ong in difesa dei diritti umani – non possiamo confermare se sia viva o morta. Sappiamo solo che Misrati si trovava nella prigione di Jadida dove veniva maltrattata dai ribelli. Contro di lei non ci sono accuse precise, non esiste un capo di imputazione e nessun processo è previsto».

Uno degli ultimi video – interrogatorio