ROMA 15 Feb – Il pil scende e lo spread sale:/ la vita è fatta a scale. Siamo in recessione tecnica: termine eufemistico per dire che siamo nella merda.
L’austerity ci consegna al rigor mortis e al si salvi chi può.
Decine di migliaia di imprenditori si trovano di fronte al “credit crunch”, che, in parole povere, vuol dire “Ti tolgo il fido bancario.
Inondate dal diluvio di euro della Bce, all’uno per cento, le banche lucrano sulla compravendita dei titoli di Stato a breve. Chissenefrega se le aziende falliscono. Male hanno fatto a fidarsi del fido.
Possono ragionare così gli illuminati tecnocrati che hanno le chiavi del Paese per la pavidità della politica?
Non lo dicono “apertis verbis”, ma lo dimostrano con la costanza della loro azione.
Se le locomotive del mondo non avranno la forza di trainare i tanti vagoni di quei paesi che locomotive mai diventeranno, possiamo mettere l’animo in pace e rassegnarci alla pura e semplice sopravvivenza.
Il rischio più grave sono le cure da cavallo, tipo quella prescritta ai greci dalla cecità della famigerata “troika”.
Alla esigenza di un nuovo piano Marshall per la Grecia, si sono sostituite le frustate del duo Merkozy che, sottobanco, ricattavano i malcapitati ellenici, e li costringevano all’indebitamento ulteriore, attraverso l’acquisto delle armi prodotte in Francia e Germania. Tra pochi mesi la Grecia tornerà alla dracma. E i tecnocrati diranno:”Bene così”.
guglielmo donnini