Lettera di Silvio Berlusconi: “Contro di me, un accanimento senza precedenti”

MILANO 16 Feb – Armando, ho la coscienza di aver servito in questi anni con tutte le mie forze il mio Pae­se, e ne sono ripagato con un accani­mento da parte di alcuni magistrati di Milano che non ha eguali nella storia. Si vuole di­struggere fino in fondo la mia immagine di uomo, di imprenditore e di politico. Solo io posso sapere quanto male ho subito e continuo a subire per ave­re scelto la strada dell’impegno politico.

Al termine di una vita di lavoro indefesso sia nel­la mia professione di
imprenditore e in seguito nell’impegno politico, sono trattato peggio di un
delinquente, con accuse che non trovano corri­spondenza nei fatti e che sono
state smentite nel corso del processo dibattimentale.

La decisione di impegnarmi nella vita pubbli­ca, cercando di trasformare e di
cambiare l’Italia, non mi è stata mai perdonata da tutti quei poteri che si sono
visti insidiati nei loro interessi e nelle loro ambizioni.

Quello che più mi amareggia in questo momen­to è di constatare fino a che
punto la giustizia può essere piegata a pregiudizi di carattere politico e
ideologico.

Ripeto: solo chi malauguratamente ha la sven­tura di entrare nel tunnel della
mala giustizia può immaginare l’incubo che si sperimenta, la soffe­renza che si
prova a finire nell’ingranaggio disu­mano di una giustizia che sembra non
rispondere più alle leggi, ai princìpi fondamentali del nostro ordinamento
liberale, alle prove e ai fatti che emergono nel corso dello stesso
procedimento.

La coscienza che ho di questa situazione, e la vi­cinanza della mia famiglia
e di quanti mi vogliono bene e mi conoscono, mi dà la forza di continuare la
battaglia per il riconoscimento pieno della mia totale estraneità a quanto mi
viene addebitato.

Spero ancora che giudici integerrimi e devoti uni­camente alla legge e alla
verità, decidano in piena coscienza e nel pieno rispetto della realtà dei
fatti.