AMSTERDAM 16 Feb – L’ultima iniziativa del PVV, il partito della libertà olandese di Geert Wilders, è meldpuntmiddenenoosteuropeanen.nl, un sito, un provocazione, il cui obiettivo è quello di raccogliere le denunce di cittadini olandesi vittime di reati commessi da cittadini non autoctoni, come polacchi, romeni e bulgari, oltre alle storie di posti di lavoro persi “a causa” dell’immigrazione dei neo-comunitari.
Frans Weisglas, un responsabile politico dello stesso partito del premier Rutte, si almenta perchè il primo ministro olandese Mark Rutte, il cui governo è sostenuto dal PVV di Wilders, non ha condannato quella che lui ritiene una palese discriminazione.
“Un sito come quello di Wilders è pura discriminazione. E’ contrario all’articolo 1 della nostra Costituzione – scrive il quotidiano olandese De Volkskrant – che proclama l’uguaglianza di tutte le persone che vivono sul territorio olandese e bandisce ogni discriminazione.
La Storia pullula di casi di denunce di persone appartenenti a un determinato gruppo e l’anonimato garantito dal sito impedisce di verificare se la denuncia si basa su un fondo di verità o se esistono dei dissapori fra le parti in causa.
Per il PVV non si tratta di un serio tentativo di attaccare eventuali problemi, ma di stigmatizzare e discriminare un gruppo di individui. Dopo i musulmani e i greci, ora tocca ai polacchi. Chi saranno i prossimi?
Un movimento politico è libero di mettere in piedi simili progetti, hanno dichiarato il primo ministro olandese Mark Rutte e il ministro della socialità Henk Kamp.
La Commissione europea non lesina le critiche. Bruxelles ha accusato ufficialmente Wilders di aver infranto le regole e i principi di libertà (senti da che pulpito arriva la predica).
Lui ha rimandato le critiche al mittente e ha mostrato alla stampa 30mila denunce che sarebbero già arrivate al suo sito, attivo da soli sette giorni. Denunce che Wilders mette in avanti come conferma della validità dell’iniziativa.
Nella Foto: Conferenza stampa di Geert Wilder con Armando Manocchia