Iran: Stop al Petrolio per l’Europa

di GeoPoliticalCenter

Alcuni giorni fa la nostra agenzia indipendente ha proposto un’analisi nella quale si ipotizzava un contro-embargo iraniano nei confronti dell’Europa, ma eseguito non con i tempi dei burocrati di Bruxelles, bensì con la rapidità tipica di una nazione, come l’Iran è, abituata agli scontri e cosciente che la tempestività rappresenta il 50% di una buona strategia.

Oggi il parlamento di Tehran ha trasformato in poche ore un’analisi di scenario in realtà. Con un voto plebiscitario e con qualche richiesta di emendamento ancor più rigida come ad esempio il blocco dei commerci, non solo in ambito petrolifiero con il vecchio continente, le esportazioni di greggio verso i paesi membri dell’Unione Europea, in particolare sei paesi tra cui l’Italia, sono state interrotte e i contratti in essere rescissi, con il divieto per le aziende dei paesi europei di stipulare nuovi contratti in ambito petrolifero con l’Iran per i prossimi cinque anni.

A questa notizia presso il ministero delle finanze greco è scoppiato il panico, con la richiesta a Bruxelles di ritirare la proposta di embargo, ma la Grecia ormai non conta più nulla in questo quadro, e la richiesta nemmeno presa in considerazione. In Italia ENI considera ormai persi i quasi due miliardi di dollari di crediti che ancora vanta con l’Iran e potrebbe chiedere al governo italiano di fare pressione su americani ed arabi per un’aumento non oneroso delle forniture dal regno saudita, cosa già ottenuta dal governo e dalle compagnie spagnole. Aver lottato da parte del governo italiano per tenere fuori dall’Embargo il petrolio dovuto come pagamento all’ENI è stata una mossa non solo non ragionata, ma addirittura sconsiderata, si doveva seguire la via Spagnola avendo ancora in mano qualcosa su cui negoziare, ora le capacità di negoziazione rasentano lo zero.

Il nostro gruppo di analisi economica attende un aumento del prezzo del greggio compreso tra il 7% e l’ 11%, in un arco temporale di circa due settimane visto che parte del petrolio iraniano verrà girato a Cina ed India e non rimarrà completamente invenduto, cosa che avrebbe fatto salire le quotazioni del barile di circa il 30%.

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