“No alla disoccupazione e alla precarietà”, gridavano le decine di migliaia di persone che hanno invaso le vie di Lisbona, per una protesta di dimensioni mai viste da decenni. 100.000 secondo la polizia, 300.000 secondo i sindacati:
“Siamo qui per protestare contro lo sfruttamento, la disuguaglianza e la povertà. È quello che stanno dando al Paese le troika, l’FMI, la BCE e l’Unione europea, con il coordinamento del governo portoghese”
In cambio dei 78 miliardi di prestito del maggio scorso, il governo ha varato drastici tagli a stipendi e pensioni, alla spesa sociale, agli investimenti, ai lavori pubblici, e nel contempo aumentato le tasse e le tariffe di luce gas e trasporti. Un impoverimento evidente anche tra i manifestanti:
“Con questi tagli io ho 500 euro, ho avuto due attacchi, vorrei sistemare i denti ma non ho soldi, mia moglie è disoccupata, sono qui per questo: vivo con 500 euro per pagare l’affitto e tutto”
Il Portogallo ha rispettato gli impegni presi con Bruxelles ma paga con una recessione al 3%, un ulteriore impoverimento della popolazione più povera dell’Europa occidentale, e se Angela Merkel ha parole d’elogio per i passi fatti i mercati, dal canto loro, scommettono sul default. Subito dopo quello greco. euronews