8 febbr – Mentre continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime per il freddo e la neve che assediano molte regioni del Paese – un’ottantina, secondo le ultime notizie – si inasprisce in Algeria il confronto tra le comunità locali e il Governo, accusato di una esasperante lentezza nell’adozione di misure straordinarie.
Delle 80 vittime fino ad ora accertate, 30 hanno perso la vita in incidenti stradali causati dal ghiaccio. Le altre principali cause di decessi sono le fughe di monossido di carbonio, provocate da impianti difettosi o dal fatto che, in carenza di gas butano per il riscaldamento, molte famiglie usano camini, sigillando ogni finestra e porta e facendo, così, delle abitazione delle trappole mortali, senza il normale ricambio dell’aria.
Sono ancora moltissimi i centri isolati e, se i mezzi dell’Esercito o i volontari riescono a creare un passaggio nella neve, non giungono i rifornimenti di cibo e combustibile. In alcuni comuni la popolazione, esasperata, ha occupato per protesta il municipio. Il quotidiano el Watan, sovente molto critico nei confronti del governo, nel descrivere le sofferenza che la popolazione sta affrontando, parla di un vero e proprio “martirio”.