6 feb. – I cambiamenti climatici prodotti dal CO2 sono solo un’invenzione dei politici manipolati da un gruppo di scienziati legati a Greenpeace e al Wwf: a sostenere la provocatoria tesi non e’ un ultraconservatore americano ma il chimico tedesco con tessera della Spd Fritz Vahrenholt, gia’ ministro dell’Ambiente nella Citta’-Stato di Amburgo.
Nel suo “Il sole freddo”, un libro scritto insieme al geologo Sebastian Luenug e a un team di eminenti scienziati, Vahrenholt solleva forti dubbi sui legami tra inquinamento e innalzamento della temperatura terrestre. Lo Spiegel ha pubblicato una lunga intervista in cui Vahrenholt, 62enne manager per le energie rinnovabili del colosso Rwe, dice di vedere all’orizzonte un'”ecodittatura” pronta a soffocare ogni voce contraria alla visione sul clima ormai dominante. “Il dibattito sul clima ha ormai assunto toni inquisitori”, lamenta il manager, “sono curioso di vedere quale ministero della Verita’ presentera’ una denuncia nei miei confronti”.
In effetti il settimanale di Amburgo scrive che una conferenza di Vahrenholt prevista all’universita’ di Osnabrueck e’ stata annullata improvvisamente, mentre “nessuno dei dirigenti socialdemocratici ha voluto commentare le tesi dell’illustre compagno”, anche se il capogruppo della Spd al Bundestag, Frank-Walter Steinmeier ha potuto leggere il libro prima dell’uscita in libreria.- Nell’intervista Vahrenholt attacca duramente l’agenzia dell’Onu sul clima (Ipcc), che avrebbe nascosto in un rapporto condensato per i politici gli argomenti che contrastano con la teoria del riscaldamento climatico prodotto dal CO2.
“Nel rapporto completo le cause naturali dei mutamenti climatici come il sole e l’oscillazioni delle correnti marine esistono, ma nella versione per i politici sono state espunte”, spiega il manager-scienziato. Il risultato e’ che “fino ad oggi i politici ignorano che nuovi studi mettono seriamente in dubbio la predominanza del biossido di carbonio, che da solo non riuscira’ mai a provocare un riscaldamento di oltre due gradi entro la fine del secolo”.
Anche le nuove ricerche del Cern sulla creazione di particelle di aerosol nelle nuvole dovute alle particelle cosmiche “farebbero traballare l’intera previsione dell’Ipcc, che pero’ non indaga su questo meccanismo”. Vahrenholt aggiunge che “dei 34 componenti ritenuti indipendenti, che scrivono il rapporto di sintesi per i politici, quasi un terzo e’ legato ad organizzazioni ecologiste come Greenpeace ed il Wwf, non e’ un po’ strano”?. Lo studioso conclude che “per l’Ipcc e per i politici da esso influenzati esiste in pratica solo il CO2.
L’importanza del sole per il clima viene sistematicamente sottovalutata, quella del biossido di carbonio sistematicamente sopravvalutata. Con cio’ tutte le previsioni sul clima sono basate su presupposti errati”. A dare manforte a Vahrenholt interviene sulle colonne della Bild Werner Weber, uno scienziato dell’universita’ di Dortmund, secondo il quale “gia’ a scuola si inculcano nella testa dei bambini scenari da fine del mondo sui mutamenti climatici causati dall’uomo”. In realta’, contesta lo studioso, “negli ultimi 150 anni il nostro pianeta si e’ riscaldato di soli 0,8 gradi, con l’Ipcc che viene a raccontarci come il riscaldamento sia stato prodotto quasi esclusivamente dal CO2”. “Per meno della meta’ di questi 0,8 gradi e’ responsabile l’umanita’, con l’altra meta’ non abbiamo nulla a che vedere!.
Weber ricorda che mille anni fa l’attivita’ solare e’ stata per alcuni secoli piu’ intensa che in precedenza, con il risultato che durante questa fase calda medievale “la temperatura del pianeta e’ stata cosi’ elevata che i Vichinghi hanno coltivato la Groenlandia (Terra verde), ma un paio di secoli dopo il sole ha invertito la rotta con la ‘piccola epoca glaciale’. Sulla Terra ci fu un freddo glaciale ed i Vichinghi furono costretti ad abbandonare i loro insediamenti in Groenlandia”. Come Vahrenholt anche Weber ricorda che “illustri studiosi del sole hanno scoperto che l’attivita’ della nostra stella di riferimento sta diminuendo da circa 15 anni e continuera’ a farlo almeno fino al 2030”. agi