5 febbr – L’idea di privatizzazioni agricole su vasta scala rimasta irrealizzata con Berlusconi potrebbe diventare realta’ con il governo Monti se riuscira’ a varare norme in grado di sbloccare ben 330 mila ettari di terreni demaniali che valgono almeno 5 miliardi di euro.
L’Agenzia del Demanio, a quanto apprende il sito di Real Estate ”’Il Ghirlandaio.com” , ha avviato un lavoro di indagine amministrativa per stabilire a chi appartengono questi terreni: se direttamente a Demanio dello Stato o invece agli enti locali: Comuni, Provincie, Regioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di terreni abbandonati o utilizzati in regime semi-abusivo da piccoli coltivatori. La stima sulla consistenza e sul valore di questi terreni pubblici agricoli vendibili e’ desunta anche dall’ultimo censimento agricolo effettuato dall’Istat lo scorso anno, che denuncia uno sconvolgente stato di abbandono di terreni agricoli pubblici e privati per un’estensione grande quanto l’intera Calabria.
Nel 2001, solo dieci anni fa, erano infatti stati censiti 15 mila chilometri quadrati in piu’. Sono cosi’ spariti un milione e mezzo di ettari, cinque volte quelli di proprieta’ pubblica.
Questi vastissimi terreni, magari impervi, ma trasformati dall’uomo rispetto alla fisionomia originaria, facevano parte della cosiddetta Sat o superficie aziendale totale che comprende non solo campi veri, ma anche boschi e stagni. E non si deve credere che il processo d’abbandono interessi sia stato prevalente nel Sud: al contrario si e’ mostrato maggiormente in Liguria e in Valle d’Aosta. Diventa quindi necessaria una riscrittura del catasto agricolo demaniale. Nel frattempo il Demanio cerchera’ di procedere alle alienazioni dei beni agricoli dall’appartenenza nota. I criteri pero’ dovra’ stabilirli il Governo. asca