3 febbr – (ASI) Nel totale disinteresse dei media, all’oscuro dei cittadini, poche settimane fa il Parlamento europeo ha stanziato un’ingente cifra per una causa che oscilla tra il comico e il deplorevole.
Tre milioni di euro sono la cifra che verrà versata ad ogni Paese membro dell’Unione europea che incoraggi (con iniziative di vario tipo) l’uso di insetti in cucina.
La bizzarra legge va interpretata come la soluzione europea al rapido incremento della popolazione mondiale e ai conseguenti problemi dovuti al loro nutrimento. Le Nazioni Unite stimano che nel 2050 vi saranno altri 2 miliardi e mezzo di abitanti del pianeta terra, che si aggiungeranno ai 7 oggi esistenti, ne deriva che sarà necessario quasi raddoppiare la produzione di cibo.
La ripugnante soluzione gode, evidentemente, di un nutrito numero di estimatori, tanto che i propugnatori di questa iniziativa asseriscono che moltissimi insetti contengono proteine, alta quantità di calcio, basso contenuto calorico. E come le alghe, gli insetti hanno un ulteriore vantaggio: sono piccoli. La loro produzione, anche su larga scala, non richiede tanto spazio. E non inquina l’atmosfera.
In un periodo di recessione così cupo, è forse corretto che l’opinione pubblica sappia che nelle stanze dei bottoni di quell’enorme macchina burocratica chiamata Unione Europea, qualche “perfetto sconosciuto” (perchè, inutile nasconderlo, la stragrande maggioranza degli europei ignora l’identità dei parlamentari di Strasburgo) pensa bene di spendere i nostri contributi per finanziarie questa, se non immonda, eufeministicamente “poco appetitosa” iniziativa.
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