Rinnovabili in crisi per calo di metalli rari, prezzi aumentati fino a 10 volte

30 gen. – La scarsità di alcuni metalli rari potrebbe mettere in crisi l’industria dell’energia pulita. La preoccupazione è emersa durante il vertice economico che si è tenuto nella cittadina svizzera di Davos la scorsa settimana. L’anno appena trascorso, come ha fatto rilevare la PricewaterhouseCoopers (PwC), i prezzi dei metalli rari sono aumentati fino a 10 volte rispetto ai valori raggiunti nel 2010, per poi registare un brusco calo verso la fine dell’anno.

Terbio, ittrio, disprosio, neodimio, europio, indio sono i minerali indispensabili per la produzione di telefoni cellulari, touchscreen e televisori a colori, ma anche per produrre pannelli fotovoltaici e turbine eoliche, batterie dei veicoli elettrici o plug-in, sonar, sensori, componenti elettronici e celle a combustibile. L’allarme era già stato lanciato da Federchimica lo scorso luglio quando uno studio aveva messo in luce come la disponibilità di questi metalli potrebbe entrare in crisi nel 2015 e a dicembre del 2011, Janez Potocnik, commissario UE per l’ambiente, aveva messo in guardia contro lo spreco di preziose risorse naturali che rischia di produrre una nuova crisi economica.

Ora arriva anche un “warnig” da Davos che suona quasi come una conferma. Il maggior produttore di questi metalli è la Cina (95% sulla produzione mondiale) che già dallo scorso anno aveva avviato una politica di forte limitazione alle esportazioni preferendo privilegiare nelle forniture la propria industria nazionale (è cinese la più grande azienda produttrice di impianti eolici).

Secondo un condaggio condotto da PwC, il 78% dei più grandi produttori di energia pulita ha dichiarato di star già subendo l’instabilità degli approvvigionamenti di metalli rari e la maggior parte ha detto di essere stata colta di sopresa da questa rarefazione che non si aspettava potesse verificarsi prima di 5 anni.

Secondo il rapporto del Congresso Usa pubblicato lo scorso settembre, la domanda mondiale di elementi rari è stimato a 136.000 tonnellate all’anno, con una produzione globale di circa 133.600 tonnellate nel 2010. E ‘destinata ad aumentare ad almeno 185.000 tonnellate all’anno entro il 2015. (Adnkronos)