Urgono 1,28 miliardi di dollari per assistere bambini e donne di oltre 25 aree di crisi nel mondo. E’ l’appello lanciato dall’Unicef, che oggi ha diffuso il rapporto ‘Humanitarian Action for Children 2012’, chiedendo interventi immediati ai suoi donatori.
L’elenco dei Paesi include molte emergenze di lunga data e le cosiddette ‘emergenze silenziose’, anche se la crisi in Somalia e in altri paesi del Corno d’Africa rappresenta quasi un terzo del totale dei fondi richiesti. Si stima che l’agenzia Onu dovra’ assistere 97 milioni di persone. “Mentre gran parte dell’attenzione mondiale e’ focalizzata sull’emergenza nel Corno d’Africa, non dobbiamo dimenticare le emergenze di lunga data in tutto il mondo, le emergenze silenziose”, ha dichiarato Rima Salah, vicedirettore generale dell’Unicef, “nel Sahel e’ in atto una crisi nutrizionale piu’ grave del solito.
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Graham Hancock, autore del libro Lords of poverty (MacMillan. London, 1989), dichiara che circa l’80% del budget di UNICEF e FAO è destinato alle spese di funzionamento: cioè agli stipendi dei funzionari, pubbliche relazioni e campagne promozionali. Mentre solo il 20%, quando va bene, è costituito dagli aiuti reali alle popolazioni bisognose.
Se le Nazioni Unite e le Agenzie di cooperazione internazionale vogliono conservare il prestigio e la serietà del loro nome e ruolo, dovrebbero rivedre le strategie e capovolgere le percentuali dei loro bilanci.