28 gen – “Buona parte dei contenuti del decreto legge di ieri sulle semplificazioni sono gli stessi, o quanto meno una loro variante, del decreto legge per la crescita predisposto dal sottoscritto, da Roberto Castelli, Paolo Romani, Renato Brunetta ecc ecc, che mai ha visto la luce a causa dell’indisponibilita’ del presidente Giorgio Napolitano a firmarlo. Un decreto che, probabilmente, avrebbe consentito la ripresa del Paese e impedito gli attacchi speculativi e l’impennata dello spread
Il Consiglio dei Ministri che lo stava esaminando – informato che il decreto avrebbe dovuto essere trasformato in emendamento alla legge di stabilita’, perdendo cosi’ per strada la maggior parte dei contenuti – fu sospeso dal presidente Silvio Berlusconi, proprio per un ulteriore estremo tentativo di convincere il Colle che invece si dichiaro’ irremovibile all’ipotesi della decretazione d’urgenza”.
Lo afferma il Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli. “Adesso scopriamo – prosegue Calderoli – che quelle norme rifiutate ieri dal Colle, perche’ prive dei requisiti di necessita’ e di urgenza, sono diventate oggi necessarie e urgenti semplicemente perche’ la firma sul decreto legge e’ quella di Mario Monti e non piu’ di Silvio Berlusconi.
Due pesi e due misure, caro presidente Napolitano, che mi amareggiano e che fanno vacillare la stima che avevo per lei. Rilevo poi che, curiosamente, nel decreto mancano le parti piu’ rilevanti per la crescita, ovvero le parti che erano piu’ invise ai poteri forti e d’altra parte non potrebbe che essere cosi’ in un regime di fascismo bianco, dove i media celebrano l’abrogazione di 300 leggi e dimenticano le 425.000 norme bruciate nel 2010 dal sottoscritto”.(AGI)