ANKARA 19 GEN 2012 – Nella Turchia a costituzione laica ma con governo e popolazione di confessione islamica, l’opposizione socialdemocratica ha ha denunciato un attacco dell’esecutivo e della presidenza della repubblica alla tradizione delle festivita’ ataturkiste, simbolo della laicita’ dello stato. Sotto attacco, dicono, sarebbe il 19 maggio, giorno in cui nel 1919 Atatuk giunse a Samsun, in Anatolia, dando il via alla guerra d’indipendenza.
La denuncia e’ venuta nel giorno in cui un quotidiano ha fornito dettagli su un rapporto stilato dall’Associazione delle Chiese protestanti che segnala numerosi ”attacchi” alle comunita’ cristiane.
Sul fronte delle feste legate all’opera di Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna che volle ancorare all’Occidente il paese epigono del disciolto impero ottomano, un alto esponente del Partito repubblicano del popolo (Chp) ha denunciato un’iniziativa del Capo dello Stato Abdullah Gul di rivedere le celebrazioni per le festivita’ nazionali: si tratta di un tentativo del partito islamico-moderato Akp guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan di erodere la tradizione laica della Turchia e del suo padre fondatore, ha dichiarato il vice presidente del Chp, Birgul Ayman Guler, in una dichiarazione diffusa ieri. Questi ”vergognosi atti” che il partito di Erdogan e Gul chiama ”aggiornamento”, ha sostenuto il politico, sono in realta’ ”un tentativo di screditare e spazzar via cio’ che e’ rimasto di Ataturk”.
Lasciando intendere che si tratta di manifestazioni di massa poco attuali dato che sono stile anni Trenta o da paese dittatoriale, la presidenza della repubblica ha confermato che e’ in corso un loro ”aggiornamento”. La polemica e’ in corso da quasi una settimana, quando e’ stata diffusa una circolare ministeriale che – secondo una sintesi giornalistica – confina nei cortili scolastici le celebrazioni studentesche del 19 maggio escludendo quelle negli stadi e quindi anche quelle centrali di Ankara. Come motivazioni per la semi-cancellazione delle cerimonie in ricordo dell’inizio della guerra di indipendenza turca vengono citate il rischio di malanni e la perdita di lezioni. Il sindacato degli insegnanti ha pero’ annunciato un ricorso denunciando un attacco alla laicita’ come ha poi fatto il Chp.
Il culto di Ataturk, e con esso della laicita’, e’ concretizzato in Turchia fra l’altro in un enorme mausoleo ad Ankara, una legge anti-vilipendio per cui vengono indagati i giornalisti che lo ricordano come un dittatore, ritratti ancora molto diffusi e sirene che ululano alle 9:05 del 10 novembre, ora della sua morte avvenuta per cirrosi epatica nel 1938. Il culto viene pero’ attaccato da dibattiti politico-mediatici su eccidi avvenuti durante il suo dominio (come quello degli autonomisti di Dersim) o richieste di cambiare nome a un aeroporto di Istanbul dedicato alla sua figlia adottiva, la pilota di guerra (e di bombardamenti su Dersim) Sabiha Gokcen.
L’attenzione sull’erosione dell’eredita’ dell’ultra-laicista Ataturk e’ parallela a quella sull’avanzata dell’islam nella politica e nella societa’: e’ in questo quadro che un giornale d’ opposizione come Milliyet riporta il dossier in cui le Chiese protestanti per il 2011 hanno ricordato un attentato dinamitardo compiuto a maggio contro un loro luogo di culto a Bursa e spari esplosi di fronte a una chiesa a Smirne in aprile spingendo molte chiese ad adottare misure di sicurezza durante le funzioni religiose. Vengono segnalati anche permessi negati a luoghi di culto, missionari descritti come minacce per la sicurezza in un libro di testo e molti rifiuti di esenzione dalle lezioni di islam nelle scuole con il caso di un professore non punito anche se ha picchiato uno studente che non voleva pronunciare la professione di fede musulmana.
(ANSAmed di Rodolfo Calo’)