Tra i “digenen degenen, dagenen ja!” di Lady Spread Frau Merkel…”Ce vonno li sordi!”

ROMA 12 Gen 2012  – Finché i soldi, gli schei, i quattrini, i baiocchi e i papabraschi – in entrata e in uscita – saranno la misura dell’economia e della finanza di un paese, è inutile discutere a vanvera di spread, che di soldi si nutre.

Devi pagare tanti soldi, e fatichi a trovarli? Lo spread sale. Hai soldi in tasca, e puoi spendere senza fare debito? Lo spread scende. Lo spread non ascolta discorsi, pretende fatti. Non gli serve l’udito, gli bastano gli occhi e il tatto. Lo spread non si lascia uccellare da Mariuccio da Varese, grande uccellatore tecnocratico. Allo spread non interessano le conferenze stampa, i flash, le telecamere e le interviste alla Fabio Fazio. I “digenen degenen, dagenen ja!” di Frau Merkel.

Lo spread, nel vocabolario della lingua inglese, è un verbo, ma anche un sostantivo, e vuol dire estendere, ma anche estensione. Quindi, piuttosto di un qualcosa che cresce o decresce, è un qualcosa che si estende e si ritrae. Sembra gradire insomma la postura orizzontale. Come una pozza d’acqua che si estenda o si ritragga.

Visto che ne facciamo uso smodato, è stato bene comunque risalire alle fonti lessicali dello spread; che Giuliano Ferrara chiama Lady Spread, attribuendole forse una dolce perfidia, tutta al femminile. O, più malignamente, per la postura orizzontale?

Perché mai tutta questa digressione dalla barbosità didadattica? Soltanto per tentare di scimmiottare quella di Mariuccio da Varese, salito di recente in cattedra con i grafici del lemma in questione.

Ieri, in conferenza stampa, il nostro ha superato sé stesso e, trattenendo, forse a fatica, un “rebus sicstantibus” (ablativo assoluto), ha concluso: “Non si comprende perché gli interessi sul debito italiano siano così alti”.

Sembra che, dal fondo della”conference hall”, un inviato dello spread, dal marcato accento romanesco, abbia così esclamato: “Perché ce vonno li sordi!”

guglielmo
donnini