Il libro Falce e carrello di Bernardo Caprotti è pronto a tornare in vendita. A sdoganare il volume scritto tre anni fa dal patron di Esselunga per attaccare il sistema delle Coop, è stato il giudice della prima sezione civile della Corte d’Appello di Milano che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da Esselunga contro la sentenza che lo scorso settembre, nel condannare Caprotti per concorrenza sleale contro la Coop, aveva disposto il ritiro del libro.
Con una ordinanza datata al 21 dicembre la Corte d’Appello presieduta da Giuseppe Patrone ha ordinato la sospensione dell’esecutività della sentenza firmata tre mesi fa dal suo collega Patrizio Gattari, che aveva sollevato una polemica, anche a livello mediatico, alimentata da alcuni esponenti del Popolo delle libertà o Pdl, area politica di riferimento di Caprotti.
LA SENTENZA HA «VALENZA CENSORIA».
In attesa del giudizio di secondo grado il libro edito da Marsilio è dunque in procinto di essere ora ristampato e distribuito. Sospeso anche il risarcimento da 300 mila euro a favore di Coop Italia disposto dallo stesso Tribunale di Milano sempre a metà settembre.
Nell’ordinanza la Corte ha rilevato tra l’altro che il ritiro delle copie di Falce e carrello e il divieto di pubblicazione ha «una sostanziale valenza di sequestro e censura».
Si è trattato dunque di un «provvedimento adottato al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge». Il giudice ha ricordato infatti che ci deve essere una sentenza irrevocabile e che il sequestro può essere in sostanza disposto solo in presenza di stampa oscena, plagio, apologia del fascismo e scritti privi dei requisiti per inviduare i responsabili.
(Lettera43)