Roma, 28 dic. – L’obbligo riguarderà tutti gli annunci immobiliari di vendita (cartacei, su internet, in tv, tramite volantini e cartelli) in applicazione dell’art.13 del DLgs n.28 del 03/03/2011 che stabilisce che ”nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari, a decorrere dal 1 gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendita riportano l’indice di prestazione energetica contenuto nell’attestato di certificazione energetica”.
L’indice di prestazione energetica dell’immobile è contenuto nell’Ace, l’Attestato di certificazione energetica, documento redatto da un tecnico abilitato che attesta la prestazione energetica dell’edificio e i parametri energetici caratteristici dell’edificio. Si tratta di una ”etichetta di qualità” energetica simile a quella degli elettrodomestici: se è di classe ”A”, l’immobile è ad altissima efficienza energetica, se di classe ”C” significa che rispetta le attuali normative, e così via fino alla classe ”G” destinata ad immobili di scarsa efficienza energetica.
Per la locazione di immobili già dotati di attestato di certificazione energetica (lo posseggono quelli di recente costruzione o riqualificazione) la norma prevede che venga consegnato, anche in copia conforme, al conduttore. Alcune regioni, tra cui la Lombardia, hanno già previsto pesanti sanzioni per chi non osserverà gli obblighi, con sanzioni amministrative da 1.000 euro a 5.000 euro.
Secondo Confabitare, l’obbligo è destinato a influenzare in poco tempo il mercato delle case, determinando un vero e proprio punto di svolta nei tradizionali criteri di valutazione in campo immobiliare. Il provvedimento “favorisce un notevole passo in avanti verso un modo d’abitare più sostenibile a livello economico ed ecologico – fa sapere l’associazione dei proprietari immobiliari – e conferma l’importanza crescente che va assumendo la certificazione energetica all’interno del mercato immobiliare italiano”.
A partire dal prossimo anno, infatti, la classe energetica diventerà una variabile imprescindibile per stimare il reale valore degli immobili: gli edifici a bassa efficienza energetica perderanno di valore, mentre andranno a rialzo quelli che, ben coibentati e dotati di impianti di produzione di energia efficienti, consentiranno consumi ridotti”.
Secondo l’associazione, però, occorre anche ricordare che in Italia circa il 70% del patrimonio edilizio esistente risale a prima dell’entrata in vigore della legge 373/1976 ‘Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici’ e della legge 10/1991 ‘Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia’. Gli immobili situati nelle classi energetiche migliori, A, B e C, rappresentano una percentuale sul totale che oscilla tra il 2 al 5% a seconda delle rilevazioni.
Alberto Zanni, presidente di Confabitare, dice: “ In Italia bisognerebbe procedere con dei sopralluoghi casa per casa e adottare quei piccoli o grandi provvedimenti necessari al fine di modificare la dispersione di energia, per risparmiare denaro e tutelare l’ambiente“. (Adnkronos)