ATENE, 27 DIC – Il mondo politico greco ha reagito con rabbia e sdegno alle ammissioni fatte dall’ex primo ministro turco Mesut Yilmaz secondo cui agenti segreti del suo Paese appiccarono intenzionalmente gli incendi che devastarono i boschi della Grecia negli Anni Novanta nell’ambito di un piano di sabotaggi voluto dal governo di Ankara. Le “rivelazioni” di Yilmaz non sono nuove – come ricorda il quotidiano kathimerini – e sono ben note a tutti gli abitanti della isole del Mar Egeo orientale che furono particolarmente colpite da quei roghi.
Ma i commenti di Yilmaz – apparsi in un’intervista pubblicata dal quotidiano turco Birgun durante il fine settimana – costituiscono la prima ammissione da parte di una fonte ufficiale del fatto che in quel periodo Ankara finanziava attività sovversive sul territorio della Grecia.
Secondo Yilmaz, che ha ricoperto l’incarico di premier per tre volte negli Anni Novanta, gli agenti dei servizi segreti turchi dettero fuoco alle foreste greche dal 1995 al 1998 quando era al governo la sua rivale Tansu Ciller. In quel periodo vasti incendi causarono danni enormi alle foreste delle isole dell’Egeo orientale e in Macedonia.
Le parole dell’ex premier turco hanno suscitato un’ondata di indignazione tra i politici greci. Il portavoce del ministero degli Esteri, Grigoris Delavekouras, ha detto che ”queste affermazioni sono gravi e debbono essere investigate” e che Atene e’ ora in attesa di spiegazioni da parte di Ankara. (ANSAmed)