Napoli, 25 DIC – Quattro addetti alla sicurezza dell’area del porto di Napoli sono stati arrestati su mandato del gip dalla polizia per un brutale pestaggio che il 16 gennaio scorso ha portato alla morte di Stefano Federico.
I quattro “eroi” avevano attribuito il decesso ad un malore del ragazzo, dopo essere stato bloccato perche’ si aggirava in una zona interdetta, armato di coltello e con atteggiamento minaccioso.
In realta’, dicono le indagini, Federico era stato raggiunto e immobilizzato all’interno di un capannone e pestato brutalmente, causandogli le lesioni che poi lo hanno ucciso.
Gli investigatori sono stati anche aiutati dalle dichiarazioni di un operatore marittimo presente nella zona, che il procuratore aggiunto Giovanni Melillo sottolinea essere “coraggiose”, ed anche dalle immagini dei sistemi di video sorveglianza del porto che hanno evidenziato, nei momenti precedenti l’omicidio, l’inseguimento del giovane e i movimenti degli indagati.
Ai quattro vigilantes e’ contestato il reato di omicidio preterintenzionale aggravato in concorso. Per il gip, i quattro, anziche’ “assicurare la sicurezza nell’area portuale di Napoli, posero in essere invece un’azione violenta di gravita’ e vilta’ disarmanti”.