Ostellino: “La PA, si è mangiata la politica e rende di fatto indistinguibile la separazione dei poteri”.

Ci sono giornalisti-scrittori, o scrittori-giornalisti, che aiutano a far chiarezza nelle idee che attraversano la nostra mente, ormai catturata nel mezzo della cacofonica atmosfera degli imbonimenti mediatici. Uno di costoro è Piero Ostellino.

Potete essere più o meno d’accordo con lui, ma, ogni volta che lo leggete, sapete con esattezza dove sta lui e dove siete voi. Non sono possibili
i fraintendimenti né le interpretazioni di comodo.
Sembrerebbe scontato che debba accadere così anche con altri celebri professionisti dello scrivere. Non lo è affatto. Provare per credere. Nella sua rubrica del sabato (oggi, vigilia di Natale) – “Il dubbio”, Corsera – Ostellino definisce così la Pubblica amministrazione (o mandarinato?):”Un corpo unitario, cementato dal potere autoritativo e discrezionale in ogni suo grado. È questo apparato, enorme, autoreferenziale, invasivo, irresponsabile e intoccabile – che (re)distribuisce risorse, incarichi, raccomandazioni, prebende; che alimenta parentele e clientele; che tollera sprechi, inefficienze, corruzione – il cancro del Paese”.

Ho consultato la Treccani alla voce “mandarino”: “Termine con il quale dagli stranieri venivano designati i funzionari civili e militari  dell’Impero cinese. b) Per estensione, colui che appartiene a una casta di alti funzionari, con accento sugli aspetti più chiusi e inerti della sua funzione.”.  Provate a ricordare se conoscete qualche alto funzionario della Pubblica amministrazione italiana con gli occhi a mandorla. Quando parlo di Ostellino, ho
l’impressione che egli eserciti su di me l’arte socratica della maieutica (tele-maieutica):nel suo articolo manca infatti ogni riferimento al
mandarinato.
“La Pubblica amministrazione”-scrive ancora Ostellino-“si è mangiata la politica e rende di fatto indistinguibile la separazione dei poteri”.

Concludendo, un solo modo esiste per ridurre la spesa pubblica e la pressione fiscale:smantellare gran parte dello Stato. Tutto il contrario di
quello che avviene da noi. Cosa volete che faccia il Professore di Varese o Giorgio “il fontaniere” (colui che apre e chiude il rubinetto della  democrazia)?

guglielmo donnini- AUGURI!