L’attivismo di Casini, per un accordo Pdl, Pd e Udc, è farcito da molte paure che affliggono il cuore e la mente dell’eterna promessa delle istituzioni repubblicane.
Dai tempi del padrino Arnaldo, tanti chilometri politici ha macinato il Pier. Ora, alla soglia dei sessant’anni, si ritrova con molto avvenire alle spalle e poco futuro alle viste. Vorrebbe investire quel suo 6/7 per cento in una Ati, un’associazione temporanea d’impresa politica senza precedenti.
Il Pier vorrebbe uccidere il bipolarismo, vedere finalmente sistemato alle Bahamas Silvio, ereditare l’elettorato Pdl, fare accordi col Pd senza perdere la metà dei suoi elettori. Potrebbe sembrare un’ape impazzita, ma conserva ancora un minimo di lucidità necessaria per il “grande slam” della vita.
Se mi chiedesse il voto, gli risponderei:non compro tappeti. Verrebbe quasi voglia di giocare col suo cognome, ma sarebbe troppo facile.
L’ago-bilancismo è la sua migliore aspirazione, il sogno della vita. Sbandiera la sua onestà come fosse un plus, una virtù speciale, ma non sappiamo quali siano le sue capacità in un ruolo di governo. Nonostante le apparenze, ha scarso peso politico. Anche se appare un gigante in mezzo a molti nani. Il dubbio atroce che lo peseguita è legato alla paura di essere costretto a scegliere tra destra e sinistra. Il Pier vorrebbe decidere di non decidere. Il bipolarismo è la sua tomba.
guglielmo donnini