
Questa la presa di posizione del comitato “Acqua pubblica” a seguito dell’incontro di lunedì 19 dicembre con l’assessore Mazzini, coadiuvato da un funzionario di Ato5, sulla nuova convenzione e gli annunciati aumenti tariffari da parte di Hera.
“Non è pensabile, né giuridicamente né politicamente, che i sindaci lascino ad un creditore la facoltà di decidere l’entità della cifra di cui siamo debitori. Così come non è possibile pensare di reintrodurre surrettiziamente la remunerazione del capitale, dandogli forma diversa ma con lo stesso contenuto, senza tradire la volontà popolare e i deliberati costituzionali”.
“Non è pensabile, né giuridicamente né politicamente, che i sindaci lascino ad un creditore la facoltà di decidere l’entità della cifra di cui siamo debitori. Così come non è possibile pensare di reintrodurre surrettiziamente la remunerazione del capitale, dandogli forma diversa ma con lo stesso contenuto, senza tradire la volontà popolare e i deliberati costituzionali”.
Il comitato “Acqua pubblica”, facendosi portavoce dei cittadini che hanno contribuito, attivamente o anche solo con il proprio voto, alla vittoria dei quesiti referendari, chiede ai sindaci del Circondario e dell’intera Provincia di Bologna, “di non sottoscrivere la nuova convenzione 2011/2015 e l’adeguamento tariffario per l’anno 2012 finchè l’ente gestore non dimostrerà, conti economici e stati patrimoniali alla mano, l’esistenza e l’esatto importo dei debiti eventualmente contratti e specificatamente riconducibili alla gestione del Sistema idrico integrato, di riconoscere conseguente al medesimo gli oneri finanziari solo se indiscutibilmente originati da tali debiti, e di richiedere che l’ente gestore provveda alla gestione contabile separata per il Sistema idrico integrato per la tutela e la salvaguardia, anche economica, di questo bene primario garantendo all’ente regolatore il più ampio e libero accesso alla medesima”. Si segnala, inoltre, “la necessità che la tariffa del Servizio idrico integrato osservi una modulazione tale da caricare i costi del servizio su chi consuma di più ed invece salvaguardi il più possibile chi la utilizza oculatamente e nel rispetto del minimo vitale (50 lt pro-capite)”.