Immagino che Mariuccio da Varese a tutto avrebbe pensato, con la sua discesa tecnocratica in campo, meno che alla navigazione così perigliosa sulle burrascose onde dello spread.
Ieri, abbiamo ballato intorno a quota 500; da Caimano e non da Mariuccio. Dovrebbe essere frustrante per chi è abituato ai “sancta sanctorum”
internazionali, vedersi relegato, dalla nemesi dello spread, al livello di Silviuccio da Arcore.
Un sempre più logorroico capo dello Stato, rivolto a tutto ciò che è fuori dalla nostra portata, dice che la soluzione ai problemi italiani dovrebbe venire da oltre confine. Non sappiamo più se piangere o ridere. Ci hanno raccontato la favola odontoiatrica:”Tolto il dente Silvio, tolto il
dolore”, e ci ritroviamo con l’uomo del Colle che parla di soluzioni al di fuori del nostro controllo. La peste non sarebbe, di conseguenza, attribuibile al Cavaliere, pseudo untorello manzoniano.
Il tutto mentre i soliti, sempre i soliti, fanno nuovi buchi alla cintura, per non restare con le braghe a terra. Un invito ai milioni di concittadini in difficoltà:compriamo le bretelle!
guglielmo donnini