Il piano della Russia per minare i rapporti Usa-Ue

L’oggetto del contendere:Il progetto statunitense di scudo antimissile è da tempo fonte di tensioni tra Stati Uniti e Russia: Washington sostiene che lo scudo antimissile europeo è una protezione dai pericoli provenienti dal Medio Oriente, vale a dire dall’Iran; mentre Mosca lo vede come un tentativo di controllare e contenere la Russia. Quello che la Russia non vuole assolutamenteQuello che preoccupa
è la presenza fisica di militari statunitensi in Romania e in Polonia.

La Russia preme da tempo su Polonia e Repubblica Ceca perché riconsiderino l’adesione a progetti di questo genere. La pressione ha raggiunto l’apice con l’invasione della Georgia nel 2008, che ha provato che Mosca è pronta ad intraprendere azioni militari e ha messo a nudo l’insufficienza della garanzia di sicurezza degli USA alla regione. La mossa russa in Georgia ha dato molto da pensare all’Europa centrale, e ha mostrato la
necessità di venire a patti con il Cremlino.

La Russia ha ora modificato la sua strategia: invece di opporsi categoricamente al piano, Mosca ha proposto un progetto cooperativo ed integrato. Se è vero che lo scudo antimissile è rivolto ai pericoli provenienti dall’Iran e da altri attori non russi, ha detto il Cremlino, la partecipazione della Russia in difesa dell’Occidente deve essere bene accetto. Lo scudo antimissilistico russo implica infatti anche la protezione del continente europeo, sebbene la sua compatibilità con i sistemi americani sia discutibile. Ma gli Stati Uniti e la maggior parte dei membri della NATO hanno rifiutato le proposte della Russia.

La reticenza americana all’inclusione della Russia nel progetto di scudo antimissile ha giustificato il fatto che Mosca reagisse mettendo in atto quello che era probabilmente il suo progetto fin dall’inizio: il dispiegamento dei missili balistici a corta gittata Iskander lungo il confine europeo e l’attivazione di un sistema di radar di allerta a Kaliningrad, enclave russa sul mar Baltico, vicina a Polonia e Lituania, membri della NATO. Così è ora possibile che armi strategiche russe vengano puntate sulle strutture dello scudo antimissile.

Il dilemma americano: Ci si attendeva che gli Stati Uniti rispondessero con vigore alla decisione russa durante l’incontro dell’8 dicembre tra la NATO e il Ministro degli Esteri russo a Bruxelles. La Segretaria di Stato Hillary Clinton invece si è limitata a ribadire che il progetto dello scudo antimissile riguarda l’Iran e non certo la Russia. L’atteggiamento della Clinton evidenzia la difficile situazione americana nei confronti della Russia: Washington non vuole rinunciare alla presenza nell’Europa centrale di fronte a una Russia che ha ripreso forza e vigore, ma gli obblighi che gli Stati Uniti hanno altrove nel mondo impediscono loro di opporsi alla Russia nel breve periodo.

Washington è condizionata dal deterioramento delle relazioni con il Pakistan, che blocca spesso il flusso di rifornimenti per le truppe NATO in Afghanistan, rendendo queste truppe interamente dipendenti dal Northern Distribution Network che attraversa la Russia ed i suoi paesi satellite in Asia centrale. Mosca sfrutta la situazione ricordando a Washington che potrebbe bloccare questa via alternativa e mettere la NATO e gli Stati Uniti in una situazione davvero difficile in Afghanistan, e che la buona volontà della Russia dipende direttamente dai negoziati sullo scudo missilistico in Europa centrale.

La Russia ha sfruttato altre volte le situazioni di pericoloso per gli interessi americani, per esempio sostenendo talora l’Iran ( ma una strategia di costante sostegno all’IRAN sarebbe contraria anche agli interessi regionali russi). Il pericolo attuale è molto più preoccupante, perchè mette più di 130000 truppe americane e alleate in condizione di vulnerabilità.

WTO: un ramoscello d’ulivo americano o una nuova crisi? Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno offerto un potenziale ramoscello d’olivo alla Russia per dissipare le tensioni di breve periodo: l’adesione al WTO. La Russia ha cercato l’adesione al WTO per 18 anni. Più che concreti benefici economici, dall’adesione al WTO la Russia si aspetta di eliminare uno svantaggio politico: essere fuori la fa
sembrare un paese economicamente arretrato.

La Russia ha risolto le sue dispute economiche con la maggior parte dei membri del WTO, ma non con la Georgia, che si oppone a causa dell’occupazione russa dei territori contesi di Abkhazia e Ossezia del sud. Negli ultimi mesi però la Georgia ha rinunciato ad opporsi, per effetto delle pressioni statunitensi – pressioni che nascono dal bisogno di Washington di avere qualche cosa da mettere sul piatto nelle negoziazioni coi Russi.

Superati tutti gli ostacoli, il WTO ha approvato l’adesione della Russia il 16 dicembre scorso. Ora si attende la ratifica della Duma, e poi ogni altro paese del WTO dovrà “riconoscere” legalmente la Russia come membro, ma c’è un paese che non può farlo: gli Stati Uniti. È infatti ancora in vigore negli Stati Uniti una clausola, risalente all’epoca sovietica, detta “emendamento Jackson-Vanik”, che impedisce relazioni commerciali con certi paesi, in quanto colpevoli di violazioni dei diritti umani (ovvero, l’Unione Sovietica). Solo il Congresso può revocarla e se non lo farà gli Stati Uniti non potranno riconoscere la Russia come membro del WTO!

La Casa Bianca ha chiesto l’immediata abrogazione della clausola ma, con il Congresso e la Casa Bianca divisi su molte questioni, sembra improbabile che la faccenda venga risolta rapidamente – se mai verrà risolta – sotto la presidenza e con il Congresso attuali. Questo fatto fornisce alla Russia un’ulteriore opportunità di alimentare le tensioni con gli Stati Uniti: Mosca potrebbe infatti accusare a gran voce gli Stati
Uniti di aver reso possibile l’adesione russa al WTO solo per poi farla fallire; un grave dispetto diplomatico.

Bilanciare crisi e strategia: Mosca usa queste crisi con gli Stati Uniti per creare incertezza nell’Europa centrale e mettere a disagio gli Europei. La Russia non vuole la rottura con gli Stati Uniti, ma piuttosto quella tra Stati Uniti ed Europa. Vi sono sintomi che l’Europa
centrale sta diventando sempre più nervosa, specialmente in seguito all’annuncio della nuova strategia difensiva russa. Lo si è visto la scorsa
settimana con l’annuncio della Polonia di voler aprire trattative con la Russia sulla difesa missilistica e con la firma di accordi economici multimilionari tra Repubblica Ceca e Russia.

Ma la Russia potrebbe spingersi troppo oltre nel mettere in difficoltà i suoi vicini europei, e causare una forte reazione negativa, fino alla possibile unificazione con gli Stati Uniti su questioni di sicurezza regionale.

Mosca deve attuare la sua strategia con precisione per fare in modo che gli Stati Uniti continuino a doversi districare tra i molti impegni in Asia e la condizione sbilanciata dell’Europa, senza però metter paura agli Europei – un esercizio di equilibrio molto complesso per il Cremlino.

A cura di Valentina Viglione