Nordcorea in lutto, è morto Kim Jong Il. Tensione a Seul

Kim Jong Il

Seul, 19 dic. (Adnkronos/Dpa) – E’ morto il leader nordcoreano Kim Jong Il. Ad annunciarlo è stata oggi la tv statale di Pyongyang spiegando che Kim è deceduto due giorni fa durante un viaggio in treno perché affaticato. Secondo la sua biografia ufficiale Kim aveva 69 anni.

A succedergli sarà il suo terzogenito Kim Jong-un già definito dall’agenzia statale nordcoreana Kcna il ‘grande successore’. Il giovane Kim, 29 anni era stato nominato generale l’anno scorso.

La morte di Kim Jong-Il ha fatto salire la tensione in Corea del Sud e Giappone. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha cancellato ogni impegno ufficiale e ha posto il governo in stato di emergenza e convocato una riunione del consiglio di sicurezza per decidere le direttive da seguire. Sulla gestione della crisi anche le autorità militari hanno convocato riunioni di emergenza, mentre lo Stato maggiore interforze ha posto in allerta l’esercito e aumentato la vigilanza alla frontiera. Lee ha chiesto tuttavia ai connazionali di mantenere la calma e di continuare a svolgere le normali attività, senza farsi sconvolgere dalla notizia.

Anche Tokyo ha convocato il suo consiglio di sicurezza. Il primo ministro Yoshihiko Noda ha chiesto al ministero della Difesa e alle agenzie governative di prepararsi per qualsiasi evenienza. Tokyo e già in contatto con gli Stati Uniti, suo principale alleato, e con Cina e Corea del Sud. Il ministro delle Finanze Jun Azumi ha affermato che il Giappone sta osservando l’effetto della morte di Kim sui mercati finanziari.

Informato nella notte della morte di Kim Jong Il, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. “Stiamo seguendo da vicino l’informazione – ha detto un portavoce della Casa Bianca – Il presidente è stato informato e siamo in stretto contatto con i nostri alleati di Corea del Sud e Giappone. Continuiamo a essere impegnati per la stabilità della penisola coreana e per la libertà e sicurezza dei nostri alleati”.

Kim Jong Il, che lascia il regno eremita sull’orlo della rovina economica, con una drammatica necessità di aiuti alimentari dall’estero, era alla guida di una delle forze armate più potenti del mondo e ha suscitato i timori internazionali per il programma nucleare che sta sviluppando. Anche se le notizie sulla sua salute sono state sempre tenute strettamente segrete, nel 2008 era emerso che Kim aveva avuto un ictus.

Piccolo di statura, era alto appena 160 centimetri, sempre con grandi occhiali da vista e divisa kaki, Kim Jong Il era considerato come una specie di divinità da 23 milioni di nordocoreani che celebravano una festa nazionale il giorno del suo compleanno, il 16 febbraio. Veniva definito dalla propaganda di regime un rivoluzionario, un “genio della letteratura, delle arti e della strategia militare”.

Le immagini del ‘caro leader’ con suo padre, il ‘grande leader’ ed ‘eterno presidente’ Kim Il Sung, erano esposte in quasi tutti gli edifici pubblici e nelle abitazioni. Il giorno in cui era venuto al mondo, sempre stando alla propaganda di regime, era comparso un doppio arcobaleno sul monte sacro Paektu e nel cielo era sorta una nuova stella. Quanto alla vita privata per i media era un tabù; Kim lascia almeno quattro figli, tre maschi e una femmina.

In politica, il percorso di Kim era invece molto chiaro, considerava l’arsenale nucleare l’unica sicurezza contro un attacco degli Stati Uniti. Questa politica culminò con un test nucleare nell’ottobre 2006. Nel febbraio 2007, la Corea del Nord ha concordato in trattative multilaterali lo smantellamento del suo programma di armamento nucleare, un processo che da allora ha subito diverse battute d’arresto, in particolare sulla rimozione del paese dalla lista nera del terrorismo Usa. Dopo la morte improvvisa nel 1994 di suo padre, che aveva governato la Corea del Nord dalla sua fondazione nel 1948, Kim Jong Il ha preso il potere come il successore della prima dinastia comunista del mondo. Non solo ha assunto tutte le cariche ricoperte dal padre defunto, ma ha anche abilmente assimilato culto della personalità di suo padre e giocato sul carisma del padre che a lui mancava.

Kim Jong Il aveva iniziato nel 1964 a scalare i ranghi del Partito dei lavoratori. Nel 1973, a 31 anni, aveva ottenuto una posizione chiave nel partito comunista, e nel 1980 era diventato membro del Politburo e della potente Commissione di Difesa Nazionale, il vero centro del potere in Corea del Nord. Il 24 dicembre 1991 aveva ricevuto il titolo di comandante supremo delle forze armate della Corea del Nord. Dal programma nucleare ai rapporti tra le due Coree fino ai cambiamenti che inevitabilmente comporta una successione, ora la morte di Kim pone molti interrogativi.
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