L’immagine del divino tecnocrate comincia a liquefarsi. Neanche fosse il sangue del venerato partenopeo. Ma non produce lo stesso effetto nel popolo adorante.
È la nemesi della politica. Quella a cui nessuna democrazia può rinunciare. La politica, nel senso ontologico del termine, ha una sua forza straordinaria che la rende inviolabile ai più ribaldi invasori di campo.
Come un’araba fenice, rinasce dalle proprie ceneri a dispetto dei suoi più ignobili frequentatori. È fatta per gli umani, ma li travalica, per la”deità” della sua natura.
È insieme strumento del bene e del male, come può esserlo un utensile, bene o male usato:un coltello, un martello, una roncola, un piccone, un trapano. Sul suo “autobus” salgono spesso ignobili viaggiatori. Nonostante le indegne presenze, quell’autobus macina chilometri all’infinito. A dispetto di tutto e di tutti, questa è la politica attraverso i secoli. È fatta per gli umani, malgrado gli umani.
Niente di meglio, ma tanto di peggio si è trovato, strada secolare facendo, quale illusoria alternativa. In fondo, anche la cosiddetta antipolitica sempre politica è. La bufala dei giorni nostri è la tecnopolitica. Passerà anche questa, malgrado la scalata obbligatoria dei Monti Pàssera.
guglielmo donnini