L’amnistia non risolve nulla, far scontare le pene nei Paesi d’origine

Il direttore delle carceri Paolo Madonna: «Contro il sovraffollamento accordi per fare scontare le pene nei Paesi d’origine»

Reggio Emilia, 17 dicembre 2011 – Paolo Madonna dirige da gennaio La Pulce di Reggio. Un ruolo doppio, perchè alla casa circondariale si somma la guida dell’ospedale psichiatrico giudiziario.

«Qui purtroppo i problemi sono sempre gli stessi – dice Madonna -, quando si parla di carcere da anni si parla di sovraffollamento e carenze di organico. Ci ripetiamo all’infinito dicendo le stesse cose. C’è sovraffollamento di detenuti e un organico che non è sufficiente a garantire al personale di fruire con più tranquillità di quelli che sono i loro diritti di lavoratori».

«Vorrei ricordare l’esempio fatto pochi giorni fa dai sindacati. La legge 199 prevede che al di sotto di un anno un detenuto possa scontare la pena nella propria abitazione. Ma molti stranieri non hanno punti di riferimento logistico sul territorio e quindi questa legge per loro diventa inapplicabile».

«Il grande problema è di non aver potuto prevedere con accordi bilaterali che le pene detentive degli extracomunitari, ma anche dei detenuti dei paesi comunitari, vengano scontate nel loro paese. Gli stranieri in carcere sono circa sul 70%. Emilia Romagna e Lombardia attuano una politica di accoglienza molto forte, per questo siamo oltre la media nazionale che è del 38 per cento».

«L’amnistia sarebbe una ‘‘porcata’’. Il sovraffollamento non si risolve così, ma mandando le persone nei loro paesi. Non si tratta di accoglienza, ma di persone che hanno fatto dei reati».

RdC