Roma, 16 dic. – Dieci buste con proiettili e minacce indirizzate a diversi politici e giornalisti tra cui il premier Mario Monti e il ministro del Welfare Elsa Fornero. Sulle missive, intercettate ieri sera dai dipendenti del Centro meccanografico di Poste italiane di Lamezia Terme, sta indagando la Procura di Catanzaro sottolineando che ora è indispensabile capire se si è trattato di “un atto dimostrativo” o se le lettere minatorie rappresentano un vero e proprio pericolo.
Tra i destinatari dei plichi, rivendicati con dei volantini al loro interno firmati dal Movimento armati proletari, anche l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e i leader del Pd Pierluigi Bersani e dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Lettere minatorie sono state indirizzate anche al direttore di “Libero” Maurizio Belpietro, quello della “Padania”, il direttore del “Corriere della Sera”, Ferruccio De Bortoli, il direttore di “Repubblica” Ezio Mauro, e del “Tempo”, Mario Sechi.
“Prima di tutto bisogna capire se il centro di smistamento di Lamezia Terme smista la posta solo calabrese, oppure anche quella di provenienza da altre regioni”, ha dichiarato il procuratore distrettuale antimafia della Repubblica di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo.
“Datemi il tempo di valutare bene questa vicenda, di cui ancora per la verità non ho ricevuto nemmeno gli atti, vaglieremo la situazione e cercheremo di capire se è un fatto dimostrativo oppure se sotto c’è una pericolosità per gli obiettivi delle missive”, ha concluso.
(TMNews)