Mancasale (RE) 15 DIC – La Cina è vicina, molto vicina. Anche a Reggio. Tanto che una grossa azienda che ha sede a Mancasale ha pubblicato un annuncio per selezionare personale operaio esclusivamente del Paese della Grande muraglia.
Cercasi uomini o donne con gli occhi a mandorla. Per quale mansione? A una prima analisi, non per un’attività in cui l’origine cinese dei futuri dipendenti sia strettamente indispensabile o, perlomeno, preferenziale, come l’interpretariato o le relazioni commerciali. Ma per lavorare nei reparti produttivi di una fabbrica, una ditta oleodinamica reggiana. Mansione richiesta, il montaggio di pezzi: un lavoro che qualsiasi operaio metalmeccanico anche italiano, più o meno specializzato, sa fare o impara grazie all’esperienza maturata in reparto, con
il tempo.
Ecco cosa recita, letteralmente, il testo pubblicato sul sito della società reggiana di ricerca di personale Paola Ligabue: “Selezioniamo operai
addetti al montaggio per nota azienda del settore oleodinamico. Si precisa che verranno presi in considerazione esclusivamente candidati/e cinesi, residenti a Reggio Emilia e con buona conoscenza della lingua italiana. Requisito preferenziale è il diploma o la qualifica di scuola media superiore a indirizzo tecnico. Sede di lavoro: Mancasale”.
Che i cinesi siano molto abili nei lavori di precisione e di assemblaggio, complici la loro proverbiale pazienza e le loro piccole e abili mani, è una convinzione assai radicata. Che siano infaticabili lavoratori, capaci di sgobbare per ore e ore e di “accontentarsi” molto sul piano delle rivendicazioni sindacali – vengono dall’Estremo Oriente, in pratica da un altro pianeta – è un’altra altrettanto diffusa. Che queste mansioni non possano essere svolte, indifferentemente, anche da italiani o da appartenenti ad altre nazionalità e non solo da cinesi, beh: questo aspetto meriterebbe una riflessione a se stante.Dopo la nostra intervista, che pubblichiamo qui sotto, il tenore dell’annuncio sul sito, nella giornata di ieri, è stato leggermente modificato e precisato: è stata aggiunta la parte relativa a un ipotetico avviamento di un progetto in Cina e tolta quella sulla mansione specifica, cioè il montaggio. Ora c’è scritto: “Azienda oleodinamica con sede a Reggio Emilia, cerca, per avviamento progetto con la Cina, personale
operaio. Si precisa che verranno presi in considerazione esclusivamente candidati/e madrelingua cinese con buona conoscenza della lingua italiana,
residenti a Reggio Emilia. Requisito preferenziale è il diploma o la qualifica di scuola media superiore ad indirizzo tecnico. sede di lavoro: Mancasale”.
A ogni modo, questo annuncio testimonia e induce a riflettere su quanto i tempi siano cambiati e stiano ancora cambiando nei rapporti tra Oriente e Occidente, complici la crisi economica e il vento di un lontano Est che anche nella nostra città soffia sempre più forte, spazzando via antiche certezze nel mondo del lavoro che erano radicate da anni.
“IN 25 ANNI E’ LA PRIMA RICHIESTA DEL GENERE” – “Lavoro nell’ambito della selezione del personale da venticinque anni, ma è la prima volta che ricevo una richiesta simile. Sì, credo anch’io che sia un segno del cambiamento…». E’ quanto afferma Paola Ligabue, titolare della società reggiana omonima sul cui sito internet è comparso l’annuncio.
Che caratteristiche ha la ditta che chiede operai esclusivamente cinesi? E’ una grossa azienda, con sedi all’estero tra cui una in Cina, e che conta in tutto ottocento dipendenti.
Ci sono già state offerte per l’annuncio? Lo abbiamo pubblicato dieci giorni fa. Al momento non be abbiamo ricevute.
Avete spesso richieste di dipendenti cinesi? In passato abbiamo selezionato personale, con ottima conoscenza dell’inglese, per gestire uffici distaccati in Cina, nei settori tessile e alimentare. Ma un annuncio con queste caratteristiche è la prima volta che lo pubblico. Di solito la nostra società non cerca operai: facciamo un lavoro diverso dalle agenzie interinali, che hanno assorbito le offerte-richieste di manovalanza. Questa ditta si era rivolta a noi, in passato, per cercare personale specializzato e si è appoggiata anche per gli operai.
Perché quest’azienda, secondo lei, cerca solo operai cinesi? Secondo me è un discorso di prospettiva: vogliono formare in Italia personale cinese su una determinata mansione, come il montaggio, che in realtà non è banale. Un giorno questi dipendenti potranno fungere da trait d’union con la sede cinese dell’azienda o fare soprallughi per la qualità. Il ragionamento potrebbe essere di questo tipo: assumiamo i cinesi per il montaggio e li formiamo. Poiché conoscono bene le dinamiche del Paese orientale, sono una risorsa che un giorno potremo utilizzare anche per mansioni sofisticate in Cina. (al.cod.)
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