Milano, 15 dic. – “Le prove dichiarative raccolte , riscontrate dalle conversazioni telefoniche intercettate e dalla prova logica, inducono quindi a ritenere fondata l’ipotesi accusatoria che vede Fazio perdere il ruolo di vigile equidistanza per assumere consapevolmente quello di “regista occulto” e di istigatore , determinato a perseguire – con ogni mezzo fraudolento e/o elusivo della normativa in tema di OPA e di patti parasociali – il suo fine di mantenere saldo il principio dell’italianita’ della Banca”. Lo scrivono i giudicidella prima sezione del Tribunale di Milano nelle motivazioni alla condanna a 3 anni e 6 mesi inflitti all’ex governatore diBankitalia Antonio Fazio in relazione al tentativo di scalata di Unipol a Bnl.
Nella motivazioni della sentenza, i magistrati scrivono che “Ritiene il Tribunale provata la partecipazione di Caltagirone– quale esponente primario del contropatto – all’accordo illecito finalizzato alla scalata occulta alla Bnl, accordo che si configura ab origine – dopo l’assemblea del 21.5.05 – come adesivo all’iniziativa di Unipol – con impegno parallelo di non adesione all’ops del Banco di Bilbao – e che si definisce nel dettaglio nella fase esecutiva della prima quindicina di luglio fino alla fase finale della vendita delle azioni a soggetti (cosi’ come avviene per gli altri contropattisti) che stipuleranno con Unipol i patti parasociali del 18.7.05″. Per il Tribunale, uno, Giovanni Consorte, e’ stato l'”assoluto protagonista” del tentativo della scalata di Unipol a Bnl.
L’altro, Carlo Cimbri, ha avuto lo stesso “grado e misura di coinvolgimento di Consorte e Sacchetti“. Cosi’ i giudici del Tribunale di Milano delinenano le responsabilita’ degli ex vertici della compagnia assicuratrice nelle motivazioni alla sentenza del processo per la tentata scalata di Unipol a Bnl.
Consorte fu condannato a 3 anni e 10 mesi, Cimbri e 3 anni e 7 mesi. Sul primo, i giudici scrivono che “tenuto conto sia del ruolo formalmente rivestito all’interno della societa’ sia per quanto operativamente posto in essere nell’ambito della vicenda e’ infatti del tutto evidente che Consorte abbia agito, nell’ambito degli eventi sviluppatisi da marzo a luglio 2005, da assoluto protagonista, essendo e apparendo quale l’ideatore, promotore ed esecutore dell’iniziativa”. Quanto a Cimbri, all’epoca direttore generale, i giudici sottolineano “le competenze specifiche che facevano di lui, in tutto lo snodarsi della vicenda, il soggetto che gestiva in prima persona gli acquisti di azioni Unipol“. (AGI)