Damasco, 11 dic. – Il governo siriano ha dato un ultimatum ai manifestanti di Homs: entro lunedì notte dovranno cessare le proteste, bisognerà consegnare le armi e i disertori dovranno arrendersi all’esercito. In caso contrario la città verrà bombardata. A denunciare l’esistenza dell’ultimatum è un esponente dell’opposizione, il colonnello Mohamed Hamdo del Libero Esercito Siriano, citato dalla Cnn. L’ultimatum, che sarebbe stato emesso ieri sera, non viene però riportato dai media ufficiali siriani.
Già venerdì, fonti dell’opposizione avevano accusato il regime di voler compiere un “massacro” a Homs, una delle roccaforti della protesta contro il presidente Bashar Assad.
Intanto, mentre in alcune zone della Siria è in corso lo sciopero generale contro Bashar al Assad, al Sud infuria la battaglia, una delle più dure dall’inizio della rivolta, tra esercito e disertori. Secondo quanto riferisce l’emittente al Jazeera che cita attivisti e testimoni, centinaia di disertori siriani hanno combattuto contro le truppe corazzate del regime che hanno preso d’assalto la città di Busra al-Harir.
Ed è ancora sangue nel Paese: sono almeno nove le persone che sono rimaste uccise dalle forze di sicurezza siriane. Il Local Coordination Committees in Syria, un gruppo di attivisti online che documenta la protesta anti governativa, ha denunciato oggi l’uccisione di due manifestanti nella provincia settentrionale di Idlib, due in quella centrale di Homs, quattro in quella centrale di Hama e un altro nella città meridionale di Daraa.
(Adnkronos/Ign)